La palazzina della mafia per la disabilità. È stata assegnata all’associazione Il Mosaico la gestione dell’immobile di via Milano a Giussano confiscato alla criminalità. Così per quei locali si apre un’era nuova. Dopo le tante polemiche che hanno visto divisi i gruppi consiliari sul futuro dell’edificio, ora il sodalizio giussanese, insieme alla cooperativa Solaris di Triuggio, potrà trasformarla «in un nuovo spazio di vita».
Da “Cosa nostra” a “Casanostra”: così il presidente del Mosaico Fabio Terraneo sintetizza gli obiettivi del progetto, che la commissione tecnica ha giudicato conforme ai criteri del bando pubblicato dall’amministrazione comunale.
«Con la Solaris collaboriamo da 12 anni per offrire spazi di fruizione del tempo libero e di relazione a Giussano condividendo progetti e attività. Da ciò è nata l’intenzione di proporre un progetto che intende trasformare uno stabile confiscato alla criminalità organizzata in un progetto per una “casa nostra”, nel senso di tutta una comunità. Uno spazio per i progetti di vita di persone con disabilità, rivolto ai singoli ed alle famiglie di cui fanno parte o della rete familiare che li sostiene e se ne prende cura. Uno spazio di aggregazione per coltivare esperienze di condivisione ed inclusione, una casa per la cultura, per promuovere i diritti di cittadinanza e le proposte di gioco e tempo libero. Una ricchezza restituita alla collettività attraverso uno sforzo importante degli attori coinvolti nella rete delle organizzazioni che intendono realizzare uno spazio sociale nel comune di Giussano. Speriamo che finiscano le polemiche strumentali del passato e che tutta la politica locale si accorga della grande opportunità che si trova nelle mani e che non la sciupi per rincorrere i soliti infantilismi, vorremmo davvero che tutta Giussano senta questa come “casa nostra”, a tutti i livelli, vorremmo che tutti lavorassero per essere davvero orgogliosi di avere questa struttura nel nostro territorio, noi speriamo in una struttura di eccellenza».
Tocca ora al sodalizio acquisire i locali privati adiacenti alla palazzina e cederli al Comune, dopodiché, passato il preliminare in giunta, si procederà con il definitivo, quindi con l’appalto dei lavori.
Esprime soddisfazione l’assessore Roberto Soloni: «È bellissimo che un immobile confiscato alla mafia venga restituito alla comunità e, in particolare, alle persone più deboli».
Il progetto del Mosaico e della Solaris, ben più complesso, prevede, al primo piano, uno spazio per attività diurne, un appartamento che permetta il mantenimento e lo sviluppo delle autonomie personali, lo sviluppo delle proprie potenzialità e la promozione di attività e relazioni con il territorio.