L’editoriale: larghe intese sull’autodromo di Monza, c’è il Nazareno del Gp d’Italia

Spuntano le larghe intese sul Gp d’Italia grazie agli emendamenti che Andrea Mandelli, Paolo Romani, altri tre esponenti di Forza Italia e Lucrezia Ricchiuti del Pd hanno proposto per portare risorse all’Autodromo in chiave rinnovo. L’editoriale del direttore del Cittadino, Martino Cervo.
Il Gp d’Italia a Monza
Il Gp d’Italia a Monza Fabrizio Radaelli

Che la raccolta di firme per il Gran Premio d’Italia a Monza stia registrando successo è senza dubbio un bel segnale. Può essere un’occasione per dare una sveglia su un tema impossibile da sottostimare: al momento la corsa di Formula 1 appena messa in calendario il 4 settembre 2016 potrebbe essere l’ultima nel nostro Autodromo. Come è facile capire – il Cittadino picchia sulla faccenda da mesi – non è un “problema” di questo o quel protagonista, di successo o di disfatta personale di un amministratore, di un partito, di una coalizione: in ballo ci sono l’asset più noto del territorio all’estero (parola del direttore del Consorzio della Villa Reale), un indotto perfino difficile da quantificare, un simbolo di storia.

Basta questo per dire che non ha senso dividersi su chi abbia o meno partecipato alla raccolta di firme. L’iniziativa, al di là della “invasione” del consiglio comunale da parte della Lega, ha il merito di allargare l’eco dell’allarme – più è vasto e trasversale, meglio è – ma non può certo sostituirsi a una decisa azione politica e progettuale.
Questo vale per Maroni, per Dell’Orto, per Scanagatti, per la Lega, per il Pd, per Forza Italia. Seguiremo con grande attenzione il percorso parlamentare degli emendamenti che Andrea Mandelli, Paolo Romani, altri tre esponenti di Forza Italia e Lucrezia Ricchiuti del Pd (ottimo segnale) ha proposto per portare risorse all’Autodromo in chiave rinnovo. La speranza è che finalmente si arrivi all’intervento di defiscalizzazione per l’ingresso della Regione Lombardia: passaggio fin qui rimbalzato in aula per ragioni davvero difficili da comprendere.

A novembre dell’anno scorso i tempi erano già stretti: figuriamoci adesso. Motivo in più per non perdersi in scaricabarile che possono assicurare al massimo un piccolo vantaggio tattico ma di certo nessuna vittoria strategica. Non ci vuole particolare genio per capire che pubblico e privato devono andare a braccetto per reperire i fondi che servono (perché di questo si tratta: il resto, in ultima analisi, è colore). E che in una partita così delicata non possono farsi carico, nemmeno se uniti, solo gli amministratori locali (figuriamoci se divisi).

Serve una regia comune, prima ancora una condivisione di intenti. Chiamatelo Nazareno della Formula 1, o come volete: ci sarà tempo per spartirsi i meriti. Sarà comunque meglio, per tutti, della magra consolazione di avere soltanto colpe da dividersi.