L’accordo collettivo nazionale sottoscritto a luglio del 2009, che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale, parla chiaro: un medico addetto al servizio di continuità assistenziale può esercitare la libera professione al di fuori degli orari di servizio, dandone apposita comunicazione all’Asl.
Così non hanno fatto, invece, i tre medici della guardia medica di Concorezzo che sono stati “pizzicati” dall’Azienda sanitaria locale di Monza e Brianza con un doppio lavoro: mentre erano di turno negli ambulatori concorezzesi erano anche reperibili per una residenza per anziani del milanese.
Insomma, doppio lavoro e doppio stipendio lavorando in un turno unico. Geniale per guadagnare qualche soldo extra. Illegale secondo le norme in vigore.
È stata la stessa Asl monzese, durante uno dei suoi controlli istituzionali, a capire prima che c’era qualcosa che non quadrava nei turni di lavoro nella guardia medica e poi a scoprire il remunerativo “giochetto” messo in piedi dai tre dottori: uno residente a Milano ma con studio anche a Pavia, 42 anni; il secondo ha 51 anni e risiede a Barbianello, nel pavese; il terzo infine risiede in Brianza.
I tre, forse stanchi dei noiosi turni in ambulatorio in Brianza, hanno pensato bene di cercare una più redditizia occupazione. Così hanno trovato impiego come liberi professionisti nella residenza sanitaria per anziani “Sandro Pertini” di Arluno, gestita dalla cooperativa “Kcs caregiver”. In particolare, il medico milanese ha operato contemporaneamente nelle due strutture in occasione dei turni notturni (dalle 20 alle 8) del 15 giugno e del 2 agosto dello scorso anno;il pavese è arrivato a 5 giorni di “straordinari”: il 31 maggio (mentre copriva il turno mattutino dalle 8 alle 14 nella guardia medica di Bellusco), il 6 luglio (dalle 8 alle 20 a Concorezzo), il 9 e il 26 luglio, il 27 settembre (sempre con il turno notturno); al camice bianco brianzolo va invece riconosciuto l’invidiabile record del dono dell’ubiquità più “facile”, visto che per ben 8 volte, dal 4 maggio al 7 settembre si è allontanato dal suo lavoro a Concorezzo per recarsi nella struttura sanitaria milanese.
L’Asl ha controllato la situazione e ha chiesto alla cooperativa che gestisce la rsa “Pertini” se effettivamente i tre medici fossero reperibili per la struttura nelle date in cui dovevano essere invece a disposizione dei malati brianzoli. E la coop ha confermato la presenza ad Arluno. Una comunicazione che ha fatto scattare i provvedimenti disciplinari e anche di natura penale. L’Asl ha infatti mandato l’intera documentazione, all’inizio dell’anno, alla procura della Repubblica di Monza, segnalando e circostanziando la situazione. La loro colpa? «Aver svolto attività professionale per la rsa “Sandro Pertini” senza aver dato notizia» all’Asl ed essere risultati «medici reperibili della stessa rsa mentre erano in servizio per turni in guardia medica» a Concorezzo e Bellusco.
Ora toccherà alla procura decidere come procedere nei confronti dei tre medici che nel frattempo non lavorano più per l’Asl monzese: uno si è dimesso, un altro si è messo in malattia mentre il terzo era un sostituto e ha preferito passare la mano e non essere più chiamato.