L’oro verde invade Villa Camperio a Villasanta: una collettiva di artisti in larga parte del territorio invitati a riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura.
E allora pittura, scultura, fotografia e installazioni site specific che diventano “un percorso espositivo non solo artistico ed estetico, componendo un racconto variegato ma armonico carico di suggestioni visive e rimandi culturali capace di stimolare nell’osservatore una riflessione inedita sull’emergenza ambientale”.
“Oroverde” è appunto il titolo del progetto curato da Antonella Giovenzana per Thuja Lab all’interno del programma “Seminare arte” e conta sul patrocinio di Regione Lombardia, Parco regionale Valle del Lambro, Provincia Monza e Brianza, Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, Fidapa Bpw sezione di Monza e Brianza. Si avvale inoltre del sostegno di BrianzAcque, Cem Ambiente, GB Soluzioni Assicurative, Caprotti, e della partnership tecnica di ArcGallery, Big Five, Associazione Culturale Libertamente, Villasanta Associazione Genitori, Do it Villasanta, Bellavite-Non solo carta. Dopo l’inaugurazione di venerdì 19 novembre (alle 18, ingresso libero, serve il Green pass) la mostra apre dal 20 e fino al 28 tra sala Rosanna Lissoni, cortile e giardini di Villa Camperio (via Confalonieri 55) e sarà aperta il giovedì dalle 15 alle 18, da venerdì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
E allora i protagonisti: sono Fabio Adani, Mauro Capelli, Alice Corbetta, Angela Filippini, Ilaria Franza, Gianblù, Carlo Guzzi, Isa Locatelli, Gennaro Mele, Paolo Monga, Linda Pellegrini, Pietro Silvestro, Micaela Tornaghi, ValentinaKI.
“Per l’arte contemporanea la natura non è più intesa come un fiore da ritrarre, non è più l’ispirazione per dipingere un bel quadro di paesaggio – si legge nella presentazione – La natura diventa un elemento di riflessione sulla sua fragilità, un momento di denuncia del suo deterioramento, un assillo quanto mai urgente dei nostri tempi. Gli artisti, attraverso la loro ricerca e la loro opera, si fanno interpreti e portavoce del rapporto tra uomo e ambiente naturale. In molti di loro il messaggio diventa un grido d’allarme per denunciare un equilibrio che si è incrinato e che ha prodotto molti danni. Nell’era attuale dell’Antropocene l’uomo si salva solo salvando la natura perché l’uomo stesso è parte della natura”. Perché, aggiungono gli organizzatori, “l’arte è riflesso del mondo e finché il mondo continuerà a essere in pericolo, ci saranno sempre interpretazioni artistiche del rapporto uomo-natura, tanto idilliaco quanto conflittuale”.
Tra le opere site specific “L’albero della vita – L’albero del sole” di ValentinaKI, artista nata a Riga in Lettonia nel 1985 che riprende il topos presente in diverse culture antiche e moderne, occidentali e orientali ”e la trasferisce nell’installazione site specific qui presentata legando passato, presente e futuro in concrezioni di resina dall’aspetto primordiale”. Una wunderkammer contemporanea – aggiungono gli organizzatori – un’inquietante “archeologia del futuro”. Carlo Guzzi presenta invece “Dalla terra al cielo” in cui l’artista affida il suo messaggio al legno che la natura ha cresciuto e curato per anni, “un legno che è memoria del tempo e che ha il sapore della nostalgia. Con orgoglio lo scolpisce nel tentativo di trasformarlo in una forma inutile al corpo ma necessaria all’anima”. E ancora la “Natura in cornice” di Gianblù in cui “sette cornici di legno colorate nei sette colori dell’arcobaleno circoscrivono una porzione di vegetazione, inquadrando fronde, rami e cortecce da un inusuale punto di osservazione. Obbligando l’osservatore a sollevare lo sguardo dal basso all’alto, dalla terra al cielo, la mente insegue un pensiero di elevazione spirituale”.
Ci sono poi i disegni di Pietro Silvestro in cui l’albero si identifica con la casa, il luogo privilegiato in cui l’uomo trova protezione dal mondo esterno e nutrimento per il corpo e per l’anima e il piccolo ulivo di Micaela Tornaghi la linfa scorre anche nei rami contorti: “È la forza della vita che, malgrado tutto, vince”, mentre Gennaro Mele sceglie la quercia e gli alberi monumentali, Paolo Monga un parco di cui sentiamo la mancanza nelle aree urbanizzate, Mauro Capelli si concentra sul colore verde, Isa Locatelli riflette sulla rivolta della natura alla prepotenza dell’uomo, Alice Corbetta si sofferma ad indagare la materia di cui è fatto il tronco, Ilaria Franza trasferisce sulla tela i suoi mondi interiori e ne fa paesaggi astratti, Angela Filippini estrae dalla tela filamenti di juta che diventano alberi, Linda Pellegrini ritrae uno scorcio di prato in cui i fiori si intravvedono anche nel bui. Infine Fabio Adani che interpreta il paesaggio tra dimensione fisica e metafisica, in cui la fotografia fissa il dato reale e la pittura ne fa una trasposizione intimista. .
Due appuntamenti collaterali: venerdì 26 all’Astrolabio alle 21 il cortometraggio “Alberi” di Silvia Grandi e Gabriele Donati, sabato 27 alla biblioteca comunale alle 10.30 Roberto Morgese presenta il suo libro per l’infanzia “Il diario di Faggio chiacchierone”,.n