“Con gentilezza, virtù e stile per il bene comune” era il titolo dell’incontro fra l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, con gli amministratori pubblici e i sindaci di Monza e Brianza, organizzato nella mattina di sabato 26 marzo nell’auditorium della Provincia. E di “terapia della parola” e di “speranza come terapia” ha parlato Delpini rivolgendosi alla platea, soprattutto di fronte a un tema ricorrente sollevato dai primi cittadini brianzoli: le difficoltà delle famiglie e in particolare dei ragazzi, dopo due anni di epidemia che li hanno spesso costretti a casa, recisi dalle relazioni.
L’argomento dominante dei sindaci è stata infatti l’emergenza educativa di fronte ai frequenti casi di autolesionismo o di violenza esterna che si sono diffusi tra i ragazzi dopo due anni di isolamento, didattica a distanza, conseguenze pandemiche. Sono cronache degli ultimi mesi, diffuse in ogni contesto comunale. Delpini ha proposto ai sindaci la “terapia della parola”, invitandoli ad andare a parlare ai ragazzi, a confrontarsi con loro, a cambiare le regole del linguaggio, uscendo dalla violenza che spesso si diffonde sui canali social. In più ha chiesto agli amministratori di non concentrarsi sulle strutture per i ragazzi, ma di affrontare le loro motivazioni, cercando di rendere ai più giovani ”attrattivo” il futuro. In altre parole, la “speranza come terapia”. Gli spazi, d’accordo, ha detto l’arcivescovo, ma prima di tutto ragioni per guardare avanti.