Le aziende subiscono lo choc dell’impressionante aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. E anche della guerra in Ucraina. Anche se gli effetti sull’export brianzolo da questo punto di vista dovrebbero essere contenuti. Il contesto però, rischia di compromettere duramente tutto quello che è stato fatto per la ripresa lombarda.
A confermarlo sono i dati pubblicati dal Centro Studi di Assolombarda su Genio & Impresa, web magazine dell’Associazione: a fine 2021 il Pil era sotto del 2,9% rispetto a prima della pandemia, nonostante il forte rimbalzo a più 6,6% realizzato nel corso dell’anno scorso. Eppure ora si rischia di vanificare gli sforzi fatti. Prima della scellerata invasione decisa da Putin le stime per il 2022 parlavano di un più 4% di Pil. Ora le incognite sul futuro fanno temere di non rispettare affatto quella previsione. Veniamo da un anno record per la regione, con 136 miliardi di vendite sui mercati internazionali, ma ora le condizioni sono peggiorate nettamente.
Monza e la Brianza, per parte loro, confermano le tendenze dell’economia lombarda: energia e materie prime hanno prezzi alle stelle e pesano notevolmente sui bilanci delle aziende del territorio, anche se la Russia non è uno dei mercati principali per l’export locale. Rappresenta, infatti, l’1,7% del totale esportazioni per 176 milioni di euro all’anno. C’è comunque qualche settore che è più esposto di altri: il legno e l’arredo, ad esempio, dove il 3,4% delle merci viaggia proprio verso Mosca. Il comparto, però, vede arrivare il 9% delle forniture estere di legno proprio dalla Russia. Altri settori brianzoli in cui questo mercato incide un po’ di più sono la meccanica (2,4%) e la chimica (2,3%).
Monza e la Brianza vengono da un 2021 eccezionale: 10,6 miliardi di euro di esportazioni, più 17,3% rispetto al 2020 e soprattutto più 9,6% rispetto al 2019 (+6,6% a livello lombardo).
Preoccupa, invece, il mercato del lavoro: in provincia nel 2021 l’occupazione è cresciuta di 1.800 unità, ma ci sono 4mila persone in meno rispetto al 2019 che hanno un lavoro. Inoltre il tasso di disoccupazione è salito di quasi 1,5 punti percentuali, al 6,6% (Lombardia al 5,9%). Dati che, fatte le debite proporzioni, indicano una tendenza simile a quella regionale.