“Senza etichette” è un gruppo di operatori scolastici, soprattutto della scuola primaria, anche di educatori e genitori, che da qualche anno si ritrova periodicamente per ragionare insieme sul “perché” e sul “come” fare scuola innovativa nel territorio di Brianza. Il fondatore e referente è il dirigente scolastico del liceo Parini di Seregno, Gianni Trezzi.
La scuola “Senza etichette”: incontro il 15 aprile nella “casa” di Mario Lodi
Il gruppo si ritroverà sabato 15 aprile alla “Casa delle arti e del gioco” di Drizzona in provincia di Cremona, sede dell’associazione che ha raccolto l’eredità pedagogica e culturale del maestro Mario Lodi.
“Sarà un’occasione proficua per un confronto arricchente – ha spiegato Gianni Trezzi– tra insegnanti ed educatori, di cui sentiamo grande necessità dopo la spaesamento pandemico che solo ora cominciamo a superare. Un incontro che proponiamo in un luogo simbolo tra i più significativi nella storia della scuola italiana, nel territorio di Vho di Piadena dove Lodi ha insegato per tanti anni” , poi ha aggiunto: “ nel periodo precovid ci si ritrovava ogni volta in una scuola diversa, per questo ci definiamo un gruppo itinerante, anche se spesso le riunioni si sono svolte nelle aule del liceo Parini, che funge da punto di riferimento dell’iniziativa. L’obiettivo primario è quello di costruire un osservatorio e un punto di scambio- confronto sulle buone pratiche didattico-educative sperimentate nelle nostre scuole”.
La scuola “Senza etichette”: le parole chiave del progetto
Le parole chiave di “Senza etichette” sono: “relazione educativa”, con la centralità della relazione in educazione: passione,emozioni, fiducia, autenticità, esempio virtuoso, coerenza, promozione del benessere relazionale, meditazione creativa dei conflitti; “comunità”: comunità di pratiche che possa evolvere in comunità di ricerca; educazione tra pari; consapevolezza e cooperazione educativa; “inclusione”: la scuola è aperta a tutti (art. 34 della Costituzione). Approccio multiculturale- interculturale: interazione tra i numerosi e diversi approcci culturali che co-abitano nelle comunità piccole e grandi che formano la società; “territorio”: apertura e cura del territorio; collaborazione con le altre agenzie educative formali-informali; attenzione all’ecologia e alla sostenibilità ambientale; “responsabilità”: corresponsabilità educativa famiglia-scuola: un rapporto tra pari; apertura e dialogo contro chiusura e monologo; promozione di un processo virtuoso che possa portare alla costruzione di un clima di reciproca fiducia; “dubbio-errore” ovvero elogio del dubbio: abituare gli alunni a porsi domande, a pensare criticamente, a riconoscere le fake news, a dialogare costruttivamente, a confrontarsi efficacemente. Valorizzazione dell’errore creativo; “corpo”: cura degli spazi scolastici, dei mobili, dei sussidi (pedarchitettura); una scuola dove sia possibile muoversi nello spazio, dove anche il corpo sia libero-liberato; “laboratorio” : costruzione di un contesto educativo dove si possa apprendere facendo (didattica di bottega); attenzione al processo più che al prodotto; docente come facilitatore dell’apprendimento; spazio alla creatività, alla narrazione, all’autobiografia, all’argomentazione (Debate); “tempo”: necessità di individuare adeguate modalità per fare bene ogni cosa, ma senza fretta; né tempo normale, né tempo pieno: serve il tempo necessario (scuola slow); “valutare non sottovalutare”: presidiare il processo di apprendimento significa promuovere e applicare modalità di valutazione non giudicanti, che possano valorizzare l’esperienza.