La Brianza dà l’ultimo saluto a Gino Strada: «Ha sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo»

Antonio Chiodo è una delle colonne di Emergency in provincia: «Ci conoscevamo dai tempi dell’università: «Aveva fondato la sua associazione sul sogno, sull’utopia». E così riuscì ad aprire ospedali per aiutare i più deboli in tutto il mondo
Roma manifestazione nazionale contro la guerra in Iraq marzo 2004 Antonio Chiodo Gino Strada e Teresa Sarti. Lo striscione e del gruppo di Emergency dell'Istituto Don Milani di Meda
Roma manifestazione nazionale contro la guerra in Iraq marzo 2004 Antonio Chiodo Gino Strada e Teresa Sarti. Lo striscione e del gruppo di Emergency dell’Istituto Don Milani di Meda Egidio Farina

«Gino Strada prendeva decisioni che per molti di noi erano impegni impossibili da mantenere. Ma lui ha sempre avuto fiducia in Emergency e nelle persone. Ha costruito un’associazione sulla base di un sogno. Era capace di guardare molto in là».

Antonio Chiodo è una delle colonne portanti del gruppo Emergency della Brianza. E alla notizia della morte di Gino Strada, il suo pensiero va subito ai primi incontri avuti con lui, tanti anni fa. «Ci conosciamo dai tempi dell’università, dal 1975, perchè frequentavamo entrambi il movimento studentesco. Lui aveva partecipato anche alle battaglie ai tempi dell’incidente dell’Icmesa di Seveso. Più avanti, nel 1998, per mia curiosità, sono andato a visitare la sede di Emergency in via Bagutta a Milano. Mi ha aperto la porta sua moglie Teresa e mi ha detto ’Anche tu qui’. Ho incontrato Gino e abbiamo fatto una bella chiacchierata. Vedendo il suo impegno e come lavoravano le persone intorno a lui, con tanta passione e volontà, ho capito che quello era il mio posto».

La Brianza dà l’ultimo saluto a Gino Strada: «Ha sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo»
Gruppo emergency Brianza

Nel marzo 2001 è nato il gruppo Emergency della Brianza, col sostegno di Gino Strada. «Lui non è mai venuto da noi: non ce n’era bisogno – racconta Chiodo – Eravamo un gruppo forte. Gino e sua moglie Teresa andavano dove i gruppi avevano bisogno di aiuto. Anche noi abbiamo sempre sentito il loro sostegno».

La notizia della morte di Gino Strada è girata velocemente tra i membri delle associazioni brianzole, in particolare della Rete Brianza Accogliente e Solidale, di cui fa parte anche Emergency. Tanti i commenti e i ricordi. «Aveva fondato la sua associazione sul sogno, sull’utopia – ricorda Antonio Chiodo – Per lui il sogno era il motore. Ero con lui quando aveva chiamato la moglie Teresa per dirle che voleva aprire un ospedale a Khartoum, in Sudan. La moglie, preoccupata, gli aveva chiesto dove avrebbero trovato i soldi. E lui le aveva detto di non preoccuparsi, che sarebbero arrivati. E così effettivamente è stato. Ha sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo. Diceva che ogni cosa inizia sempre con un piccolo seme: a noi il compito di gettarlo».

Di semi Gino Strada ne ha buttati davvero tanti nella sua vita. In Brianza, Emergency che oggi conta una trentina di attivisti sta organizzando una serie di eventi per il mese di settembre, dopo lo stop per il Covid. Saranno sicuramente un’occasione per ricordare il fondatore dell’associazione e continuare a portare avanti il suo impegno verso gli ultimi e i più bisognosi.