Besana, Briosco e Carate. E poi Vimercate e Omate. Al coro dei cittadini che si sono costituti in comitati spontanei e hanno avviato raccolte firme, si è aggiunta la voce dei sindaci: Poste Italiane non chiudete gli uffici in Brianza.
È arrivata fino ai piani alti del Pirellone la protesta di quartieri e frazioni decentrate dove, a partire da aprile, Poste Italiane chiuderà i suoi sportelli. Della riduzione dei servizi programmata dalle Poste per il territorio lombardo, che prevede di tagliare 65 uffici postali in tutta la regione tra cui cinque in Brianza – Vergo Zoccorino (Besana in Brianza), Capriano (Briosco) ed Agliate (Carate), Ruginello (Vimercate) e Omate (Agrate Brianza) – si è arrivato a parlare in settimana anche nelle commissioni del Consiglio regionale per trovare i modi per fare pressione sui vertici delle Poste per rivedere i loro piani.
L’approdo in Regione della mobilitazione per salvare gli sportelli postali allarga il raggio d’azione delle proteste che si sono avviate non appena si è avuta notizia delle chiusure nei quartieri interessati e con gli interventi di comitati spontanei come quello nato a Ruginello dove lunedì scorso, fuori dalle Poste di via Diaz, una trentina di residenti della frazione hanno organizzato un presidio di protesta e hanno iniziato una raccolta firme per presentare una petizione contro la chiusura. Domenica 15 febbraio raccolta firme fuori dalla chiesa parrocchiale.
Una protesta che a Vimercate è stata subito accolta anche dal municipio, con il sindaco Paolo Brambilla, che è anche consigliere provinciale, che ha portato il problema anche all’attenzione della Provincia, presentando un ordine del giorno contro le cinque chiusure brianzole.
Il sindaco Brambilla ha ricevuto la lettera di Poste con la conferma della chiusura del distaccamento di Ruginello a partire dal 13 aprile e ha in programma un incontro con il responsabile dell’area nord Milano dell’azienda postale.
Ma, il primo cittadino di Vimercate ribadisce, che «questa non è una battaglia che vince Ruginello o il sindaco di un Comune. Non sono chiusure – spiega Brambilla – decise per motivi locali, ma rientrano tutte in un’iniziativa di ampia scala di Poste. Per questo bisogna fare pressione su Poste da un livello più ampio come quello provinciale o regionale per pensare di poter ottenere un cambiamento dei programmi. Non è il sindaco che salva lo sportello di Ruginello ma è una partita da giocare sul piano regionale dove vanno cercate alleanze: su questo fronte continuerà la mia azione in Provincia e incontrerò anche il consigliere regionale vimercatese Enrico Brambilla».
Il sindaco di Besana, Sergio Cazzaniga, quello di Briosco, Anna Casati, e quello di Carate, Francesco Paoletti, hanno incontrato i responsabili provinciali di Poste Italiane per esprimere loro, congiuntamente, la loro insoddisfazione per una decisione che, di fatto, «priva le frazioni di un importante ed apprezzato servizio, con disagi innegabili soprattutto per i cittadini più anziani, o comunque meno attrezzati alla mobilità verso i centri storici».
Senza contare l’evidente congestionamento sugli uffici che dovrebbero accogliere l’utenza degli sportelli soppressi. «Abbiamo inoltre fatto presente – spiegano i tre in una nota congiunta – che i risparmi annunciati, che di fatto si sostanziano nel costo degli affitti, del riscaldamento e delle utenze, non saranno nel medio termine di effettivo beneficio per l’azienda qualora l’utenza, non più motivata dalla comodità del vicinato, decida di soddisfare le proprie esigenze rivolgendosi ad altri».
A Besana la notizia della chiusura dell’ufficio postale di via IV Novembre a Vergo Zoccorino, uno dei tre della città dei sette colli, era nell’aria già un anno fa quando la Lega Nord, ricevuta l’indiscrezione, si era mobilitata con una raccolta firme. «Nessuna chiusura in programma e tantomeno nessuna riduzione di orario» si era affrettata a replicare allora la direzione provinciale di Poste.
La Lega Nord, che nel fine settimana ha protestato davanti all’ufficio con striscioni e bandiere, ha presentato una mozione per impegnare sindaco e giunta «ad adottare ogni utile iniziativa, per tutelare i lavoratori e la cittadinanza e garantire la continuità e la qualità dei servizi resi da Poste Italiane nella frazione di Vergo Zoccorino».
L’amministrazione comunale è già in pista. Parte dai capigruppo di maggioranza Ettore Ferrari, Francesco Impaziente e Mario Vergani, la petizione popolare che da giovedì della scorsa settimana sta girando per la città per scongiurare la chiusura dell’ufficio e chiedere a Poste italiane di rivedere il suo piano di ridimensionamento redatto senza alcun confronto preliminare e senza valutare soluzioni alternative.
«Domenica mattina – così il sindaco Sergio Cazzaniga – eravamo a Vergo Zoccorino, fuori dalla chiesa e davanti alle Poste, con due banchetti e nella sola mattinata abbiamo raccolto duecento firme. La petizione continua». È possibile aderire all’iniziativa popolare anche online, sulla piattaforma change.org: contro la chiusura dell’ufficio postale di Capriano (vai), contro la chiusura dell’ufficio posta di Zoccorino (vai),