Infanzia, Monza abbraccia Pippi: potenziare i bambini, diminuire gli allontamenti dalle famiglie

Si chiama Pippi e punta a potenziare le capacità dei bambini di reagire alle difficoltà: Monza e il suo ambito ammessi per la prima volta.
Passeggino in strada
Passeggino in strada Fabrizio Radaelli

Si chiama Pippi e punta a potenziare le capacità dei bambini di reagire alle difficoltà, proprio come riesce a fare Pippi Calzelunghe, il personaggio creato da Astrid Lindgren: è il “programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazionegestito dalla Regione in collaborazione con il ministero e gli ordini professionali che operano nell’ambito sociale. Obiettivo del progetto, a cui per la prima volta è stato ammesso l’ambito di Monza che comprende anche Brugherio e Villasanta, è quello di ridurre il numero dei minori allontanati dalle famiglie e accolti nelle comunità.

Infanzia, Monza abbraccia Pippi: «Per il nostro ambito è la prima volta»

«Pippi – ha spiegato nei giorni scorsi l’assessore al Welfare Egidio Riva viene sperimentato dal 2010 e dal 2021 è inserito tra i livelli essenziali che i comuni devono garantire: l’ambito di Monza è uno dei due della Lombardia a non averlo mai attuato. Noi abbiamo partecipato alla manifestazione di interesse» pubblicata dal Pirellone che ha accolto la richiesta.
«Ora potremo colmare il ritardo – aggiunge ancora l’assessore – da settembre, per diciotto mesi, con una serie di progetti garantiremo ai bambini il diritto a crescere in un ambiente stabile e protetto e aiuteremo le famiglie a trovare le risposte sociali di cui hanno bisogno».

Infanzia, Monza abbraccia Pippi: formazione specialistica e costruzione di programmi con le famiglie

Pippi, che potrà contare su un finanziamento di 62.500 euro, prevede la formazione specialistica degli operatori, la co-costruzione insieme alle famiglie di programmi intensivi e di breve durata volti a promuovere il benessere dei piccoli.
Gli interventi saranno attuati attraverso la collaborazione tra assistenti sociali, insegnanti ed educatori: saranno varate, tra l’altro, proposte educative domiciliari, gruppi formati da genitori e figli, azioni che coinvolgeranno le realtà vicine ai nuclei interessati.
«Anche questo – ha commentato in conclusione Riva – è avere a cuore il futuro della famiglia».