Incursione nel cimitero di Lissone, sparite quindici statue in bronzo

Una quindicina di statue in bronzo trafugate dal cimitero di Lissone nei giorni scorsi, nessun segno di effrazione sui cancelli. La scoperta da parte di una donna in visita alla tomba di un parente e il passaparola corso sui social.
FURTI AL CIMITERO delle STATUE di SOGGETTI RELIGIOSI in VARIE TOMBE nella ZONA del CAMPO 2
FURTI AL CIMITERO delle STATUE di SOGGETTI RELIGIOSI in VARIE TOMBE nella ZONA del CAMPO 2 Gianni Radaelli

Una quindicina di statue in bronzo trafugate dal cimitero di Lissone. Nei giorni scorsi, nel weekend di una settimana fa, rubata persino una statua di 1,80 metri che raffigurava la Madonna. Indignazione. Sdegno. Questi i sentimenti tra le famiglie colpite. Oggetti di varie dimensioni, dai 50 centimetri fino a quella di oltre un metro, raffiguranti immagini sacre che sono stati sradicati dai monumenti delle famiglie lissonesi.

Incursione nel cimitero di Lissone, sparite quindici statue in bronzo
FURTI AL CIMITERO delle STATUE di SOGGETTI RELIGIOSI in VARIE TOMBE nella ZONA del CAMPO 2

«Quando nella mattina di sabato sono arrivata alla tomba del nonno- racconta una donna – e non ho visto la statua il primo pensiero è stato che il vento l’avesse fatta cadere. Poi, con sgomento, ho realizzato che non c’era più, l’avevano rubata. Ero impietrita e senza parole. La prima chiamata è stata a mia sorella, poi abbiamo provato a prendere contatto con gli uffici comunali, la Polizia Locale che ci ha indirizzato ai Carabinieri per una denuncia. Era una statua a grandezza naturale, circa 1,80 metri e rappresentava la Madonna, è sulla tomba dagli anni ‘70».

Tornata a casa ha raccontato alla famiglia e alla figlia l’accaduto e, proprio la figlia, ha voluto condividere sui canali social il furto: molti hanno risposto indignati e, altri il giorno seguente sono andati a controllare, visto che non tutti si recano quotidianamente al Campo Santo.

Proprio la notifica sui social ha portato altre famiglie a scoprire di essere state anche loro “colpite” dai ladri.

«Domenica, quando sono tornata alla tomba di famiglia – continua – ho incontrato altre persone che avevano subito lo stesso furto. Molti proprio nel campo 2bis dove c’è anche quella della nostra famiglia. Con molta tristezza abbiamo notato che era stata trafugata anche una piccola statua che rappresentava un bambino, in memoria proprio di un piccolo. Siamo sconvolte e senza parole, tanti ci hanno detto che è stato grazie al messaggio social lanciato da mia figlia che sono venuti a controllare e, qualcuno, è stato vittima come noi di quest’orrendo furto. Abbiamo scritto al primo cittadino Concettina Monguzzi che ci ha subito risposto condividendo il nostro dispiacere e incredulità, ha scritto che si sarebbe messa in contatto con il Comandante della Locale».

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FURTI AL CIMITERO delle STATUE di SOGGETTI RELIGIOSI in VARIE TOMBE nella ZONA del CAMPO 2

In passato le persone si lamentavano di chi rubava i fiori in cimitero, qualcuno anche qualche piccolo oggetto o monile ma, statue di bronzo di diverse grandezze è la prima volta. Il dispiacere per il danno subito è molto, soprattutto perché ogni oggetto ha un valore affettivo inestimabile prima ancora che economico.

«Abbiamo invitato quanti hanno subito lo stesso furto a rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare – concludono le sorelle – perché un gesto simile non può passare inosservato. La situazione generale non è delle migliori, sappiamo che stiamo affrontando un periodo complesso ma cosa potranno mai ricavare con il bronzo o con la statua stessa? Siamo davvero senza parole. Di certo non ne metteremo un’altra, sistemeremo i danni che sono stati fatti e niente di più».

Condanna del gesto da parte di Marino Nava, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici. «L’amministrazione condanna questo gesto e invita tutti a presentare una denuncia ai Carabinieri – continua l’assessore – La video-sorveglianza è al vaglio della Locale e delle stesse forze dell’ordine. Non ci sono segni di effrazione sul cancello di via Leopardi, su quello di via Manzoni e quello all’ingresso principale, c’è un rilevatore che controlla l’apertura dei cancelli che è elettrificato ma, un’ora dopo la chiusura la corrente si blocca e non è più possibile uscire dal cimitero».