Inclusione, il “color carne” rivoluziona i dizionari di lingua italiana

Dopo il dizionario di italiano Devoto-Oli, anche l’edizione Garzanti e ha deciso di modificare la definizione del termine “color carne”. C’è l’impegno anche di Zingarelli-Zanichelli.
Monza Cristina Maurelli e Giuditta Rossi, autrici del progetto e co-founder di Bold Stories
Monza Cristina Maurelli e Giuditta Rossi, autrici del progetto e co-founder di Bold Stories

Continua a macinare successi il progetto “Color Carne”, la campagna di advocacy promossa da Bold Stories, ideata da Cristina Maurelli e Giuditta Rossi.

Dopo il dizionario di italiano Devoto-Oli, anche l’edizione Garzanti ha deciso di modificare la definizione del termine “color carne”, consultabile già on line.

«È stato inserito un avviso per un uso consapevole di questa espressione, che adesso è ufficialmente segnalata come discriminatoria perché assume come unico riferimento il colore della pelle bianca, senza considerare tutte le possibili colorazioni e sfumature che può avere la carnagione umana», fanno sapere Maurelli e Rossi.

Ma non solo. Anche l’altrettanto celebre dizionario Zingarelli – Zanichelli si è impegnato a cambiare la definizione del concetto. «Aspettiamo di vedere al più presto le loro nuove definizioni», continua il duo ideatore della campagna.

Un successo strepitoso ottenuto in meno di due mesi, «grazie alle migliaia di condivisioni che la nostra campagna Color Carne ha generato», spiegano.

Il cambiamento più evidente (e atteso) era proprio quello linguistico, ma altrettanto clamorose sono state le modifiche apportate nelle rappresentazioni visive.

«Cercando “color carne” sul motore di ricerca Google il sito colorcarne.it è attualmente in prima posizione e abbiamo invaso le immagini con le card della campagna, grazie alla grandissima partecipazione di persone e media che l’hanno rilanciata e amplificata. È un grandissimo risultato – confermano entusiaste Maurelli e Rossi -. Da oggi non ci sono più giustificazioni per l’utilizzo del termine color carne solo legato al rosa, né sulle etichette dei prodotti né nell’uso quotidiano, e quando ci chiederanno di che colore è il color carne rispondiamo: di tutti i colori dell’umanità».

La campagna non si ferma. Ora ad essere interpellati sono brand ma anche istituzioni e organizzazioni, «affinché pensino, progettino e creino prodotti ed esperienze sempre più inclusive, in cui tutte le persone possano davvero sentirsi rappresentate».