Calano gli incidenti stradali ma tornano ad aumentare i morti sulle strade (ma meno in quelle urbane). Un bilancio in bianco e nero quello diffuso dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) lunedì 23 luglio su dati forniti dalle forze dell’ordine, Aci e enti locali. Numeri nazionali (relativi al 2017) e poi via via sempre più micro, fino ad arrivare alle singole regioni e ai grandi centri urbani. Per quelli provinciali (anche brianzoli) occorrerà attendere settembre. Ma tant’è: 95 i decessi in più (3.378 in tutto) sulle strade nazionali (su 174.933 incidenti con lesioni) rispetto al 2016. A farne le spese soprattutto i pedoni (600 decessi; +5,3%) e i motociclisti (735; +11,9%) mentre sono invariati gli esiti mortali per gli automobilisti (1.464) e in calo quelli per scooteristi (92; -20,7%) e ciclisti (254; -7,6%). Un esercito anche i feriti, 246.750.
Una novità assoluta è il calo delle vittime nei centri abitati, forse a riprova che le novità viabilistiche introdotte dagli enti locali (rotatorie e dissuasori) e un giro di vite sui controlli stradali (anche con l’ausilio di telecamere), sta dando frutti. Al contrario, aumentano i decessi su autostrade, tangenziali e raccordi e sulle strade extraurbane (296 e 1.615 morti; +8% e +4,5%). Distrazione alla guida, mancato rispetto della precedenza e velocità troppo elevata rappresentano da soli i motivi del 40,8% dei sinistri stradali in Italia. Agosto è il mese con il numero di incidenti più gravi, mentre si registrano più feriti nelle ore di buio e fuori dai centri abitati. Il numero maggiore di vittime è nella fascia d’età tra i 50 e i 54 anni e tra i 45 e i 49 anni per quanto riguarda i feriti.
A livello europeo, vittime in calo rispetto al 2016 (23.315; -1,6%) e nel periodo 2010-2017 (-19,9%; -17,9% in Italia). Nell’Unione a 28, l’Italia occupa la 18esima posizione (in peggioramento, era 14esima) per tasso di mortalità stradale in una classifica, per virtuosità, guidata da Svezia e Regno Unito. Alle nostre spalle, quindi peggio di noi, solo Cipro, Portogallo, Ungheria, Lituania, Grecia, Lettonia, Polonia, Crozia, Bulgaria e Romania.
Il nostro Paese, con oltre 635 vetture e 841 veicoli ogni mille abitanti si conferma tra l’altro quello europeo a più elevato tasso di motorizzazione (anche nel 2017 il parco veicolare è aumentato dell’1,7% con un incremento del 42,6% di veicoli ad alimentazione elettrica o ibrida), mentre calano i consumi di carburante (-4,1% di benzina e -0,7% di gasolio).
Nel Nord Italia si registrano in assoluto più incidenti rispetto al resto d’Italia, ma meno gravi, mentre le vittime sono in diminuzione nei grandi centri urbani addirittura del 29,1% rispetto al 2010 con picchi a Verona (-77,8%), Messina (-68,8%) e Firenze (-60%). A Milano, sulle strade urbane registrati 8.255 incidenti nel 2017 contro i 8.685 del 2016, invariato il numero dei decessi (45), in aumento i sinistri su strade extraurbane (306-250; 8-5 morti) con un tasso di mortalità in crescita. La Lombardia ha invece registrato 423 vittime rispetto alle 434 dell’anno precedente e un -25,1% nel periodo 2010-2017, dato quest’ultimo che la proietta tra le più virtuose a livello nazionale.