In coma dopo l’aggressione subita dal marito, il Viminale dispone un risarcimento

I fatti risalgono al 2016: una lite di coppia finita in tragedia. Il marito aveva colpito la moglie e poi credendola morta si era suicidato. Oggi lei rimane in stato vegetativo: il Viminale ha disposto un risarcimento per la famiglia.
Marcello Cardona Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso - foto Interno.gov.it
Marcello Cardona Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso – foto Interno.gov.it

Non ha mai aperto gli occhi. Era il 20 aprile 2016, tardo pomeriggio, quando nel garage di una villetta in Brianza un litigio di coppia si trasformava in tragedia. A terra restava una donna colpita alla testa con una mazzetta da muratore. A colpirla il compagno, papà dei suoi due bambini che all’epoca dei fatti avevano 4 anni il maschietto e 2 anni la bambina. Aveva poi raggiunto il ponte di Realdino ed era saltato nel vuoto togliendosi la vita. Lei era stata soccorsa dai suoceri che abitavano accanto alla villetta della coppia, i soccorritori del 118 giunti sul posto in pochi minuti erano riusciti a stabilizzare le condizioni della giovane mamma e a trasportarla d’urgenza all’ospedale San Gerardo di Monza dove la ragazza venne stata sottoposta a un delicato intervento. Alla prima operazione ne sono seguite una seconda e una terza ma non ha mai aperto gli occhi.

Il Viminale, per decisione del prefetto Marcello Cardona che presiede il “Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionali violenti”, ha disposto un risarcimento per la famiglia della giovane estetista che oggi resta in coma, ospitata in un hospice brianzolo accudita da mamma e da papà. La somma ammonta a 25mila euro.

Queste le motivazioni per il risarcimento: «A una donna, ora in stato vegetativo, per le gravissime lesioni riportate in seguito alla feroce aggressione commessa dal suo compagno nonché padre dei suoi figli, nel 2016 in provincia di Monza-Brianza, sono stati destinati 25mila euro – si legge nel documento firmato dal Ministero dell’Interno – Dalla ricostruzione della dinamica dei fatti effettuata dal personale della locale Stazione dei Carabinieri emergeva che l’uomo, dopo una violenta discussione, colpiva l’ex convivente ripetutamente al capo con una mazzetta causandole lo sfondamento della scatola cranica, e resosi poi conto della gravità del fatto si suicidava gettandosi da un ponte».