Quasi due anni nel limbo per rinnovare il permesso di soggiorno o per ottenerne uno nuovo: è quanto gli stranieri residenti in Brianza devono aspettare a fronte dei due mesi previsti dalla normativa. Le lentezze della Questura, spiegano i rappresentanti delle associazioni della Rete Brianza Accogliente e Solidale, si ripercuotono in modo pesante sulla vita quotidiana: proprio per questo in una lettera ai ministeri dell’Interno e della Salute, alla Prefettura di Monza, alla Provincia e ai sindaci brianzoli chiedono «di intervenire immediatamente con risorse e personale per ridurre drasticamente le tempistiche di trattazione delle pratiche».
Il mancato rilascio dei documenti in tempi rapidi, afferma Marianna Crippa dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), rende praticamente impossibile l’assunzione a chi perde il lavoro, provoca la sospensione del pagamento da parte dell’Inps di invalidità e assegni di accompagnamento, consente di rinnovare la tessera sanitaria solo per sei mesi, impedisce di viaggiare nei paesi dell’area Schengen.
Il disagio e l’incertezza sono testimoniati da Doumbia Zoumana, ivoriano da oltre dieci anni in Italia e dipendente della Granarolo di Usmate Velate: «Nel 2018 – spiega – mi ha raggiunto mio figlio che ora ha 16 anni. Dalla Questura di Milano gli hanno rilasciato il permesso di soggiorno in tre mesi: a settembre, però, quando è scaduto a Monza hanno fissato la convocazione per il 1° agosto 2022. Ho pensato che fosse un errore ma non è così: lui va a scuola qui, gioca a pallone, è integrato ma per due anni non può viaggiare e non può andare a trovare sua zia a Parigi».
«Tempistiche del genere – commenta Matteo Casiraghi della Cgil – sono intollerabili in quanto ledono i diritti e la dignità delle persone. Discriminano, inoltre, chi vive in Brianza rispetto a chi vive a Cinisello».
Pochi metri oltre il confine provinciale, infatti, l’iter viene completato in quattro mesi. La Questura di Monza, aggiunge, è fanalino di coda a livello nazionale, non solo lombardo. La causa, incalza Annalisa Caron della Cgil, va cercata nella carenza d’organico di una struttura «aperta per motivi di propaganda politica nel 2019, all’epoca del ministro Salvini».
La Rete ha lanciato una petizione online su change.org con cui chiede di abbattere le attese per pratiche che riguardano migliaia di persone. In Brianza gli stranieri sono circa 80.000 di cui 45.000 extra europei: oltre un quarto, pari a 25.000, abita tra Monza, Brugherio, Desio e Lissone.