Il saluto del Cai di Monza a Giancarlo Frigieri: «Grazie Carlino»

Il saluto del Cai di Monza a Giancarlo Frigieri, accademico e presidente onorario dell’associazione. I funerali sono in programma mercoledì 10 giugno alle 15.30 in Duomo.
Il saluto del Cai di Monza a Giancarlo Frigieri: «Grazie Carlino»

Il saluto del Cai di Monza a Giancarlo Frigieri, accademico e presidente onorario dell’associazione. I funerali sono in programma mercoledì 10 giugno alle 15.30 in Duomo.

“Fiorano Modenese: è il 12 settembre 1925 quando, assieme alla sorella gemella Ines, vede la luce Giancarlo Frigieri. Con tre i ci diceva sempre quando firmava le nuove tessere Cai.

Passa il tempo, e mentre la sorella si dà al bel canto diventando affermata soprano, Giancarlo, il Carlino, completa gli studi e diventa ragioniere. Allora il posto fisso non era utopia, era la norma: la sicurezza di un lavoro, progetti per il futuro, una vita davanti. Carlino viene assunto in Farmitalia e qui resta fino alla pensione. Una vita. Più che uno sportivo un’intellettuale dello sport: appassionato ciclista mi ha descritto più e più volte i chilometri percorsi in sella alla sua Koblet. Pedalate su distanze importanti, soprattutto sui passi alpini: minuto, leggero e con una buona forza nelle gambe. Il fisico dello scalatore.

Probabilmente proprio da qui, da questo vocabolo, inizia la sua avventura sulle montagne del mondo: ciclismo e alpinismo sono spesso due facce della stessa passione. Diventa socio del Club Alpino Italiano e nel 1958 organizza la sua prima spedizione: già salire il Monte Bianco o raggiungere le Dolomiti era un’impresa in quei periodi, figurarsi andare sulle montagne dall’altra parte del Mondo!
Cordillera Apolobamba: Sudamerica, catena andina. Ci si arrivava dopo un mese di navigazione e lunghi trasferimenti sul terreno. Ma le sue abilità organizzative, le sue conoscenze che portano sponsor (allora si chiamavano finanziatori), l’abilità degli alpinisti partecipanti, fanno si che tutto vada per il meglio.

Ben inserito nel mondo alpinistico, quello importante, arriva alla sezione CAI di Monza e quindi in Pel e Oss. 1961: Nevado Rondoy North. 1963: per celebrare degnamente i primi 100 anni del Club Alpino Italiano la sezione di Monza organizza una nuova spedizione nelle Ande. Roba grossa: Torri del Paine. Carlino mette nuovamente in gioco tutte le sue capacità organizzative e gli alpinisti tutta la loro abilità. Certo è che quando si parla di alpinisti del calibro di Oggioni, Bonatti, Casati, Aiazzi, Taldo, Aste, Nusdeo, Pizzocolo, Zamboni, Arcari le cose diventano un po’ più facili. Arriva il 1969, si riparte per l’Alpamajo, Carlino ancora Capo spedizione e i “soliti noti” in parete: squadra che vince …… tornano con una nuova vetta conquistata e per chiudere in bellezza conquistano anche la Genziana d’argento al Film Festival di Trento col film girato lungo la salita.

Il resto? Una lunga carriera come dirigente sezionale, per 21 anni alla presidenza del CAI Monza: un ruolo importante e un grande carisma. Non è stato difficile proseguire sulla strada preparata da Carlino, è stato però molto impegnativo prendere il suo posto alla presidenza della sezione. Un piccolo uomo, una grande figura. Nel frattempo il mondo cambiava e il CAI cercava, a fatica, di tenerne il passo, ma Carlino era sempre presente: non più Presidente ma Tesoriere della sezione. Mitici i suoi bilancini mensili scritti col lapis sui fogli di computisteria! Il CAI Monza ti deve molto, Grazie Carlino!”

Mario Cossa*

presidente CAI Monza