Il ricordo nelle cuffie, la giornata della Memoria degli studenti del liceo Valentini di Monza

Performance degli studenti del liceo Nanni Valentini di Monza in occasione della giornata della Memoria
Giornata della Memoria al Nanni Valentini di Monza

Un colpo al cuore. Da pelle d’oca. Queste le emozioni che la performance “L’impronta dell’anima” degli alunni del liceo artistico Nanni Valentini di Monza suscita nelle persone. Sabato 27 gennaio, in occasione della giornata della memoria gli studenti sotto la guida dei docenti Laura Riva e Makio Manzoni, ancora una volta, hanno saputo mettere l’accento sul tema del “ricordo” con una chiave di lettura unica: l’ombra. I giovani artisti hanno reso vivo il loro cortile con 72 sagome di legno, perché fossero lì e quale significato avessero lo hanno raccontato “in cuffia” con l’ausilio di una voce narrante e della musica, ad ogni spettatore hanno fornito delle cuffie per vivere in maniera personale l’esperienza.

La giornata della Memoria al liceo Valentini di Monza: quattro classi coinvolte

Quattro le classi coinvolte 1A, 3A, 3L e 4A nella concreta realizzazione delle loro ombre, impresse su tavole di legno a grandezza naturale, mentre tutti i compagni della scuola hanno avuto la possibilità di “attraversare queste ombre, ascoltando il loro significato grazie alle musiche realizzate da Carola Pacchetto e Tommaso Berton e alla voce narrante di Raffaele Cerrito che ha letto un passaggio ispirato a “Alle piccole grandi ombre” di Mariangela Gualtieri in cui ha sottolineato come i ragazzi hanno “chiesto alle vittime dei genocidi di continuare a essere presenti, illuminare i giovani e che i morti non scompaiano, non siano ombre evanescenti ma che lascino una traccia, un’impronta presente”.

La performance, che sarà riproposta giovedì 1 febbraio a Monza in occasione della giornata dedicata alle vittime civili di tutte le guerre. “L’idea che vogliamo trasmettere è la permanenza delle vittime, la traccia che lascia la loro esistenza- spiegano i docenti– se siamo disposti a vederle. Il ricordo, come l’ombra, rischia di diventare qualcosa di evanescente, immateriale. Con questo lavoro vogliamo fare il contrario, dare concretezza al ricordo, dare spessore alle vite di queste persone, che possono e devono continuare a parlarci e a guidare le nostre azioni”.

La giornata della Memoria al liceo Valentini di Monza: le “ombre-vittime” nella società

Un’esperienza che non lascia certo indifferenti, che rende molto bene l’idea di come le “ombre-vittime” non siano sole ed effimere ma presenze reali che fanno parte della società e non sono certo scomparse ma, anzi, sono ben presenti. Proprio la colonna sonora di questa performance permette davvero di immergersi. “Ho pensato al suono del carillon- racconta Carola– perché penso abbia molte sfaccettature. Ho cercato di creare un suono più “pesante” all’inizio del percorso per poi renderlo più leggero perché, come ha detto il professor Manzoni doveva dare l’idea che le persone non fossero morte ma “ancora qui” questo è il senso del lavoro“. Obiettivo centrato come conclude la dirigente Elisabetta Biraghi: “La memoria qui è viva i ragazzi hanno colto il senso del ricordo rendendolo “sostanza” ancora una volta sono stati eccezionali, una performance molto significativa. Sono entusiasta di loro e del lavoro dei docenti”.