Conto alla rovescia verso sabato 16 maggio: s’inaugura la Teem, la tangenziale est esterna che corre parallela alla Tangenziale Est con un tracciato a tre corsie per senso di marcia. Con tutti i dubbi che suscita nel Vimercatese.
Dotata di otto svincoli, è raccordata con Milano da tre direttrici principali – la Rivoltana, la Cassanese e la Paullese – che sono state anch’esse riqualificate per poter assorbire soprattutto il traffico dei pendolari, che ogni giorno raggiungono il capoluogo.
Il progetto, presentato nel 2003 era nato con l’idea di decongestionare la tangenziale Est di Milano: Teem garantirà 15 minuti di percorrenza da Agrate a Melegnano contro la media dei 45 che oggi s’impiegano sulla Est. Diverso anche il limite di velocità: 90 km/h sulla vecchia arteria, 130 su quella nuova.
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Secondo una stima effettuata da Tangenziale Esterna, quando ancora era assessore alle Infrastrutture in Regione Lombardia Raffaele Cattaneo, quando Teem sarà a regime sull’infrastruttura transiteranno 70mila veicoli giornalieri, che raggiungeranno quota 85mila nel 2025 e 90mila nel 2035.
Oggi, dopo il flop clamoroso di Brebemi nessuno si azzarda a fare previsioni di traffico e quando si pone la fatidica domanda la fantasia per divincolarsi dai taccuini non conosce limiti. Si sussurra che potrebbero bastare 25mila auto al giorno. C’è ancora mistero anche per quanto riguarda i costi di percorrenza, che dovrebbero essere comunque superiori a quelli della Est. Anche qui però Brebemi ha fatto scuola. I prezzi più alti della Brescia-Milano rispetto alla A4 hanno portato il deserto sul nastro d’asfalto.
Nello scacchiere autostradale lombardo, dunque, Teem rappresenta un ingranaggio fondamentale, costato 2,2 miliardi di euro con un finanziamento pubblico di 330 milioni di euro. Soldi, quelli concessi dall’allora Governo Letta con quello passato alla storia come il “Decreto del fare”, che hanno fatto infuriare associazioni come Legambiente che hanno gridato allo scandalo.
Teem avrebbe dovuto essere, ed effettivamente per anni si è sbandierato questo pedigree, un project financing puro, ovvero dove il pubblico (lo stato) non avrebbe dovuto versare un solo euro. Poi i privati avrebbero avuto 50 anni per “ripagare” l’investimento (tanto dura la concessione) grazie ai flussi di traffico. Invece i ritardi e la riottosità delle banche e dei soci ad allargare i cordoni della borsa (oggi la maggioranza è in mano alla Satap del gruppo Gavio, Milano-Serravalle, Autostrade per l’Italia, Pizzarotti, Intesa San Paolo) hanno costretto lo Stato a intervenire, garantendo il closing finanziario dell’opera con 330 milioni.
Il Vimercatese non ha mai avversato il progetto, ma due condizioni che erano state garantite per far digerire alla Brianza est la nuova autostrada sono state fin qui clamorosamente disattese. Innanzitutto una delle condizioni per il via libera a Teem era la contropartita offerta: la realizzazione della metropolitana verde fino a Vimercate. Un progetto naufragato sotto il peso del suo stesso costo (470 milioni di euro) e forse mai adeguatamente difeso dalle amministrazioni della zona, tanto che il recentissimo piano urbano della mobilità sostenibile redatto dal sindaco Pisapia a Milano vagheggia di pullmini che dovrebbero percorrere le tangenziali verso Vimercate al posto dei treni.
L’altro punto dolente è la mancata realizzazione della bretella di collegamento tra A51 (tangenziale Est) e autostrada A4 tra Agrate-Caponago e Carugate. Un’opera indispensabile inserita nell’accordo di programma per Teem, il cui valore è stato stimato in circa 80 milioni di euro, e per la quale è stato completato il progetto definitivo, ma che ancora oggi non risulta finanziata, né inserita nei piani d’investimento. Senza quest’opera, il traffico di Teem che deve andare verso nord sulla tangenziale Est (verso Vimercate-Usmate) deve obbligatoriamente uscire dalla rete autostradale, attraversare il centro di Agrate e riprendere la tangenziale. Una follia che ancora non ha una soluzione che metta al riparo Agrate, e anche Caponago, dalla paralisi viabilistica.