Piove su Milano e la Brianza e tutto si ferma. Il traffico congestionato, certo. Ma anche e soprattutto il servizio di trasporto su ferro. E la mattinata di giovedì 24 ottobre è stata l’ennesima, nerissima, per i pendolari brianzoli. Da pochi minuti dopo le 6 e fino a metà mattina raggiungere Milano è stata una vera e propria impresa. Per chi è riuscito a raggiungerla perché i guasti “alle infrastrutture ferroviarie” o agli “impianti di circolazione” che hanno interessato la rete lombarda, e in particolare il nodo di Milano Greco Pirelli – Milano Porta Garibaldi hanno messo in seria crisi la circolazione. Ritardi a raffica anche nell’ordine di oltre 30 minuti, limitazioni di percorso e qualche cancellazione. E soprattutto, a monte di tutto, la solita, scarsa informazione fornita ai viaggiatori, ormai esperti nell’arte di arrangiarsi. Un treno da Lecco e diretto a Milano Porta Garibaldi, con una trentina di minuti di ritardo, si è fermato alla stazione di Sesto San Giovanni: i pendolari hanno dovuto capire da soli che il convoglio non si sarebbe più mosso, decidendo così congiuntamente di abbandonare le carrozze per guadagnare quelle della linea rossa della metropolitana. «C’è da sperare, a questo punto, che sia un inverno particolarmente secco, altrimenti sarà un massacro» commenta amaramente un viaggiatore appena sceso alla stazione di Monza.
Sul banco degli imputati finisce ancora una volta, e accade spesso negli ultimi tempi, Rfi, accusata apertamente da Trenord e Regione Lombardia di non impegnarsi a fondo per l’ammodernamento della rete ferroviaria lombarda. Ma la scarsa informazione fornita nelle stazioni e sui treni è farina del sacco di Trenord. E l’arte di arrangiarsi si sta rapidamente trasformando nell’arte di arrabbiarsi, tra i pendolari.