Greenpeace e la mappa dei Pfas negli acquedotti lombardi

La provincia di Monza e Brianza nella mappa di Greenpeace Italia sulla presenza di Pfas nelle acque degli acquedotti lombardi.
Mappa Greenpeace Pfas il dettaglio della provincia di Monza e Brianza
Mappa Greenpeace Pfas il dettaglio della provincia di Monza e Brianza

La provincia di Monza e Brianza è presente nella mappa di Greenpeace Italia che mostra la presenza di PFAS nelle acque degli acquedotti lombardi. La stima è stata fatta su 368 campioni inviati – da Ats e Brianzacque – che rappresenta il terzo numero dopo Brescia (1552) e Milano (966): 118 (su 368) i risultati dei campioni con presenza di Pfas, il 32,1%.

Greenpeace e la mappa dei Pfas: cosa sono

I Pfas sono composti poli e perfluoroalchilici, ovvero “sostanze chimiche artificiali altamente persistenti prodotte da alcune attività industriali”, e la mappa di Greenpeace ne mostra la presenza nell’acqua a uso potabile.

In Lombardia è stata registrata la presenza di PFAS in quasi il 20% delle analisi condotte dalle autorità a partire dal 2018. Ma non solo: in diversi casi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione, eppure non risultano campagne informative rivolte alla popolazione, che non è stata quindi avvertita dei rischi a cui è esposta”, dice l’associazione ambientalista.

Greenpeace e la mappa dei Pfas: la Brianza in classifica

La Brianza risulta nelle retrovie della classifica dei primi cento Comuni dove si registrano i valori di contaminazione più elevati (in base ai risultato di campioni ricevuti da Greenpeace Italia), guidata da Crema (1.386,0 mg/l) e Crespiatica con due rilevazioni oltre mille milligrammi in due pozzi.

Nei primi cento posti, nella seconda metà della classifica, ci sono Monza con 150 milligrammi rilevati in un pozzo industriale nuovo, e Brugherio (80 mg/l). Tutte le altre segnalazioni sono di valori più bassi.

Greenpeace e la mappa dei Pfas: le richieste alle istituzioni

“Alla Regione Lombardia chiediamo di individuare tutte le fonti inquinanti, al fine di bloccare l’inquinamento all’origine e riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze – dice Greenpeace – È necessario inoltre varare un piano di monitoraggio regionale sulla presenza di PFAS nelle acque potabili, rendendo disponibili alla collettività gli esiti delle analisi, e garantire il diritto della cittadinanza a disporre di acqua pulita e non contaminata. Seppure allarmanti, le contaminazioni riscontrate in Lombardia sono quasi ovunque di gran lunga inferiori a quelle registrate in Veneto nel 2013. L’emergenza PFAS richiede una risposta nazionale in Italia. Per questo, chiediamo al governo, al Parlamento e ai ministeri competenti di assumersi le proprie responsabilità approvando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i PFAS in tutta Italia, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento”.

Greenpeace e la mappa dei Pfas: la risposta di Brianzacque

Brianzacque, gestore unico dei servizi idrici, commentando i dati ha escluso che esista una emergenza Pfas in Brianza.