Gli autisti Atm: «Rischi per la salute, niente profughi sui bus». A Monza uno sfiora la tisi

Mentre a Monza un autista Net si è visto sputare addosso da un passeggero malato di tisi, a Milano i conducenti Atm sono invitati dalle rsu a non trasportare i profughi dalla stazione Centrale ai luoghi di accoglienza: «Troppi rischi per utenti e lavoratori».
Clamorosa protesta degli autisti Atm: «Non vogliamo trasportare i profughi»
Clamorosa protesta degli autisti Atm: «Non vogliamo trasportare i profughi»

Mentre a Monza un autista Net si è visto sputare addosso da un passeggero malato di tisi con l’autobus finito in quarantena per la disinfestazione, a Milano i conducenti Atm sono invitati dai rappresentanti sindacali a non trasportare i profughi dalla stazione Centrale di Milano ai luoghi di accoglienza. Con una lettera,le rsu di Atm sostengono che non ci sarebbero le garanzie igienico- sanitarie per i lavoratori e per gli utenti, visto che: «gli autobus vengono rimessi in servizio per i passeggeri di linea senza l’opportuna sanificazione». Il riferimento va, tra l’altro, ai recenti casi di scabbia in stazione.

Le lamentele dei conducenti riguardano anche la differenza di dotazioni rispetto a quelle delle forze dell’ordine che sui mezzi indossano guanti e mascherine; inoltre non sarebbero stati essere informati precisamente di quali rischi per la salute corrono e sei esista un’ordinanza prefettizia che ordina loro di guidare l’autobus.

Anche a Monza monta la rabbia tra gli autisti dei bus ma per ragioni diverse: in particolare si sentono sempre meno tutelati e non intendono trasformarsi in supereroi per rincorrere i cosiddetti “portoghesi”, italiani e stranieri, giovani e anziani, che salgono sui mezzi senza pagare il biglietto. Una cattiva abitudine che è difficile da quantificare anche perché, come ci spiega il dipendente, non esiste più la figura del controllore. «O meglio adesso ci sono i verificatori – precisa – Coloro che al termine del turno come autisti decidono di fare gli straordinari indossando i panni del controllore».

Ma non fa più paura come un tempo: «Adesso quando chiedi di mostrare il biglietto ti senti anche rispondere in malo modo – continua – Di aggressioni fisiche se ne contano sulla punta delle dita. Ma ogni giorno i miei colleghi vengono insultati, qualcuno viene spintonato e il richiamo delle forze dell’ordine non intimorisce il trasgressore. Anche la presenza sui mezzi delle telecamere non è un deterrente».

Ora ci sarebbe una novità. «Si vocifera di una rivoluzione dei controlli sui mezzi della Net – conclude – I controlli verrebbero effettuati direttamente dall’autista con l’installazione del tornello. Ma a quel punto sarebbe il caos. Se un passeggero si rifiuta di pagare il biglietto e di scendere dal mezzo, che cosa faccio? E soprattutto a quale titolo?».