Gli appartamenti vip di New York arredati dagli artigiani brianzoli

La Brianza fa buoni affari negli Usa, La Proma di Cesano Madernolavora per gli appartamenti dell’Upper East Side di New York (che costano dai 12 ai 17 milioni) riforniti con più di 40 masterbathroom (bagni). Ma anche la Ae.Cas. nel Tennessee e la Cicli Casati di Monza si fanno valere
Il palazzo dell’Upper East Side per cui lavorano gli artigiani brianzoli
Il palazzo dell’Upper East Side per cui lavorano gli artigiani brianzoli Federica Fenaroli

Resta vivo il sogno americano, e torna a colorarsi di tinte sempre più accese. Cresce per la micro e piccola impresa brianzola l’export negli Stati Uniti: secondo un’indagine flash elaborata dall’Osservatorio Mpi di Apa Confartigianato Imprese Lombardia, è quella di Monza e Brianza la provincia che, in tutta la Lombardia, ha registrato gli incrementi più alti: + 12,4% del 2015 sull’anno precedente contro l’8,2% in più conseguito a pari merito da Milano e Como e un +2,4% conseguito da Bologna.

Durante l’anno che si è da poco concluso Monza e Brianza ha esportato negli States beni per 250 milioni di euro. I settori più apprezzati? Il legno-arredo, gli articoli di abbigliamento, i prodotti in metallo e i prodotti tessili. Lo sanno bene Proma – Provasi Mobili Arredamenti di Cesano Maderno e Toscoquattro di Annone Brianza, che da poco hanno completato la fornitura di più di quaranta “masterbathroom” per appartamenti di prestigio a New York, nello scintillante quartiere dell’Upper East Side di Manhattan. «Il made in Italy piace, e tanto – commenta Fausto Provasi – Perché è realizzato con cura e con attenzione. In America non danno importanza ai dettagli come facciamo noi».

Provasi è stato fornitore di Toscoquattro, impresa che realizza arredamenti per il bagno e che esporta i propri prodotti oltreoceano con regolarità: «Abbiamo diversi clienti a Chicago, Miami, Los Angeles, San Francisco e New York. Nella “grande mela”, poi, abbiamo anche un negozio che vende il nostro marchio – spiega Giorgio Secchi di Toscoquattro – I bagni padronali che abbiamo realizzato per arredare questi appartamenti di lusso, il cui costo si aggira tra i dodici e i diciassette milioni di euro, sono in legno laccato e hanno il top in marmo. Sono poi corredati da specchi e luci. Uno stile minimal e moderno, per una clientela di solito più affezionata a pezzi dal taglio più conservatore, più country».

Secondo Secchi diverse le motivazioni che hanno favorito gli scambi con gli Stati Uniti: «Dopo anni di crisi, il paese è tornato a vivere una fase di grande espansione – commenta – Il cambio euro-dollaro, poi, è diventato molto vantaggioso. Ma ad attirare i clienti ancora una volta sono il gusto e il saper fare tipici del nostro paese. Quella del “made in Italy” è una moda senza fine». Dalle metropoli più affascinanti a una piccola cittadina del Tennessee: il passo è breve quando si parla di affari. Ed è lì che la Ae.Cas. di Giovanni Casaletti, azienda attiva a Nova Milanese dal 1979, esporta i suoi prodotti. «Fino a quattro, cinque anni fa – spiega il titolare – fornivamo a un’azienda di Trento i nostri componenti. L’azienda si è trasferita poi negli Usa, ma abbiamo continuato ugualmente la collaborazione».

Ae.cas. produce dispositivi destinati all’industria degli elettrodomestici ed automobilistica, dedicandosi in particolare al montaggio per conto terzi di bobine per elettrovalvole, elettrofreni ed elettromagneti. Per le imprese interessate a conoscere e ad espandersi in nuovi mercati Apa Confartigianato ha organizzato due incontri ad hoc, condotti dallo staff dell’ufficio estero e dagli export manager dell’associazione: alle 21 di oggi l’appuntamento presso la sala riunioni della BCC di Barlassina a Meda si parlerà di internazionalizzazione settore legno e arredo. Il 14 aprile, invece, in programma l’incontro dedicato all’agroalimentare. Per informazioni e adesioni 039 3632307.

«Per fortuna negli Stati Uniti la passione per le due ruote è forte, come forte, ancora, è il fascino per il “made in Italy”». Massimo Casati della Cicli Casati, azienda monzese che dal 1920 produce mountain bike e biciclette da corsa, non ha dubbi: «Agli americani il nostro prodotto piace perché è fatto a mano – spiega – Siamo rimasti davvero in pochi, ormai, a realizzare biciclette a mano, artigianalmente. Ogni modello è unico perché completamente personalizzato. È un lavoro lungo e accurato, che inizia con gli studi antropometrici del cliente e termina con la scelta della colorazione dei diversi componenti».

Per l’impresa di via Prampolini l’export verso gli Stati Uniti è una realtà ormai consolidata: «Abbiamo iniziato ad avere clienti oltreoceano negli anni Ottanta – prosegue Casati – All’epoca la concorrenza era minore, non c’erano i grandi marchi di oggi. Ancora oggi, però, esportiamo dai cento ai centocinquanta pezzi all’anno». Prima, a gestire gli affari, c’era un importatore. Ora, invece, il marchio Casati è venduto in maniera stabile da due negozi, uno in Florida e l’altro nel New Jersey: «Abbiamo contatti per espanderci anche in California e in Colorado», conclude.