Dopo l’Associazione Nazionale Magistrati anche l’Ordine degli Avvocati di Monza scende in campo per denunciare la situazione degli Uffici giudiziari monzesi conseguente all’emergenza sanitaria Covid-19. Nel corso di una seduta straordinaria in modalità telematica, il 27 maggio, il Consiglio dell’Ordine ha ricordato che: «gli interventi di sostegno del Governo hanno riguardato pressoché tutte le categorie ad eccezione della Avvocatura, alla quale sono state riservate misure assistenziali del tutto incongrue ed allo stato, quantomeno parzialmente, neppure erogate».
Nella Fase 2, la ripartenza, dicono gli avvocati monzesi, «complice l’assoluta inattività del Ministero preposto» si è dimenticata della Giustizia: «e più in particolare l’Avvocatura, la cui funzione sociale appare indifettibile in uno Stato di Diritto». Ciò nonostante: «questo Consiglio dell’Ordine, pur lasciato completamente solo e privo di concreti mezzi di tutela non è mai venuto meno ai propri doveri». Ma «allo stato ogni iniziativa appare frustrata dal dettato normativo vigente che impone agli Uffici Giudiziari di privilegiare per i propri dipendenti il lavoro agile», tuttavia «paradossalmente, il Ministero della Giustizia non consente l’utilizzo dei sistemi informatici da remoto, con totale paralisi della Giustizia Italiana, né ha ovviato mediante altro idoneo sistema di collegamento informatico».
Di qui la richiesta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «nella sua veste di Garante della Costituzione» di «sollecitare il Governo e il Ministero della Giustizia ad intervenite prontamente per consentire la ripresa delle Attività Giudiziarie» .