Giubbotto rosso e cicatrici: a Muggiò caccia a Salvo, assolda giovanissimi per spacciare

A Muggiò c’è un tale che si fa chiamare Salvo, un marocchino, che assolda giovanissimi per spacciare droga. Nella manovalanza c’è cascato anche un diciannovenne incensurato di Cinisello Balsamo, arrestato dai carabinieri e processato per direttissima a Monza.
Una scena di spaccio (archivio)
Una scena di spaccio (archivio)

A Muggiò c’è un tale che si fa chiamare Salvo, un marocchino, che assolda giovanissimi per spacciare droga. Nella manovalanza c’è cascato anche un fresco diciannovenne di Cinisello Balsamo, arrestato dai carabinieri e processato per direttissima a Monza. Mai un guaio con la giustizia, l’aspetto di un 15enne più che di un 19enne, dopo aver trascorso una notte in guardina, in caserma, dietro le sbarre è ricomparso anche in tribunale, accanto a un moldavo accusato di furto. Davanti al giudice ha iniziato a tremare e non ha trattenuto la commozione. «Se ho un lavoro? A chiamata, 20 euro al giorno. Mi occorrevano soldi per fare la patente» dice raccontando come sia stato possibile che in cameretta, che condivide con la sorella 17enne, nelle custodie dei videogames nascondesse quasi 2 etti di hashish.

È stato pizzicato tra i palazzoni di via Mozart, a Cinisello. «Ai carabinieri ho subito consegnato i due pezzi di hashish che avevo nel borsello che portavo a tracolla» dice. Poi però i militari hanno voluto perquisire anche l’appartamento dove vive con la madre, operaia, e la sorella che aiuta la famiglia con i 100 euro che porta a casa facendo uno stage e quello che raggranella tra le amiche alle quali fa la piega a domicilio.

Lui, l’imputato per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, ha un’occupazione saltuaria e con la sua ragazza di sposta con l’autobus. «L’altro giorno l’ho lasciata in centro, a Cinisello, e alla fermata del bus per tornare a casa ho incontrato lui, Salvo – dice – Non l’avevo mai visto. Mi ha detto di avermi già notato, ha attaccato bottone». E alla fine i due si sono dati appuntamento per il giorno successivo: «Mi ha dato la droga e mi ha detto che nei prossimi giorni mi avrebbe spiegato come venderla. “Con questa – ha detto – ci puoi fare 50 euro”».

L’ha descritto così: «Ha un giubbotto rosso con le maniche bianche tirate su e una grande B sul petto. Porta un cappellino da rapper e ha cicatrici su un avambraccio e in faccia. Mi ha detto che abita a Muggiò». Tempo di tornare a casa e per strada il “promesso pusher” ha trovato i carabinieri. Lui giura che gli “affari” non erano ancora partiti e che i 500 euro in contanti che i militari hanno trovato in cameretta erano della sorella. Il pm chiede gli arresti domiciliari, alla fine se la cava con l’obbligo di firma in attesa del processo. E ora caccia a Salvo.