Gianfranco Josti, storica firma del Corriere della Sera e decano dei giornalisti di ciclismo, commenta il Giro d’Italia per ilCittadinoMb.it.
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Vedremo domani. È il refrain del Giro d’Italia che aspetta sempre di decollare anche se ha già abbondantemente superato metà del suo lungo cammino. La corsa rosa ha proposto tante scintille, sia in corsa che fuori, ma ancora non c’è stata la grande fiammata pur se il percorso di occasioni ne ha proposte davvero parecchie.
Sabato 17 ottobre è una data che quasi tutti i corridori presenti al Giro hanno sottolineato perché propone una lunga cronometro (34,1 km da Conegliano a Valdobbiadene) che dovrebbe dare un bello scossone alla classifica al cui vertice si è installato il giovane portoghese Joao Almeida fin dalla quarta tappa, quella che si è conclusa sull’Etna.
Il ventiduenne portacolori della Deceuninck Quip Step, squadra belga diretta da un tecnico italiano di grande spessore, Davide Bramati, con il trascorrere dei giorni è parso sempre più sicuro, più consapevole delle proprie capacità avendo oltretutto a disposizione una squadra omogenea, pronta a difendere il suo primato su tutti i terreni. Finora se l’è cavata bene in salita, provando anche a scattare quando le pendenze erano più severe, ma si è anche cimentato in varie volate raggranellando preziosi secondi che hanno arricchito il vantaggio sui grandi pretendenti alla vittoria finale che si era garantito con la cronometro di Palermo, nella tappa inaugurale del Giro numero 103. Infatti il filiforme portoghese era arrivato secondo a 23”da gigantesco Filippo Ganna che tutti pronosticano dominatore anche della tappa di Valdobbiadene visto che indossa la maglia iridata di campione del mondo della specialità.
In attesa del responso del cronometro, Joao Almeida ha cercato sul traguardo di Monselice la vittoria di giornata. L’ha mancata per un pelo, perché il fotofinish ha decretato che per pochi centimetri il trentunenne Diego Ulissi, già vincitore ad Agrigento, era riuscito a precedere la maglia rosa e l’austriaco Konrad. Il muro di Calaone, posto a venti chilometri dal traguardo, ha spento le velleità di vittorie degli sprinter di professione, Démare, Sagan, Viviani, Gaviria e fatto naufragare i sogni di due coraggiosi (Tonelli e il francese Bouchard) superstiti di una interminabile fuga a sette.
Il Giro d’Italia s’appresta dunque a vivere un week-end sulla carta molto emozionante dapprima con la crono di Valdobbiadene e a distanza di ventiquattr’ore uno degli arrivi in salita più temuti, a Piancavallo. Dopo il secondo riposo di lunedì 19 ottobre, l’ultima decisiva settimana con salite a gogò. Sempre che il tempo sia più clemente di quello incontrato finora e sempre che la bolla in cui è racchiusa la carovana rosa continui a reggere. Il maldestro ritiro dell’olandese Jumbo Visma e la lettera dagli Stati Uniti del patron della EF Pro Cycling che chiedeva di fermare il Giro hanno fatto alzare di molto il livello di guardia.