Monza ha ricordato le vittime delle foibe. E lo ha fatto con una cerimonia ufficiale di commemorazione alle 11.30 di domenica 10 febbraio in via Martiri delle foibe, angolo viale Elvezia, con l’Associazione nazionale venezia Giulia e Dalmazia. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Monza Dario Allevi, il presidente della Provincia Roberto Invernizzi, il prefetto monzese Giovanna Vilasi, il presidente dell’Anvgd Pietro Cerlienco. C’erano anche i gonfaloni di gruppo Alpini, Bersaglieri, Granatieri, Polizia di Stato e Nastro azzurro. Alla cerimonia hanno anche partecipato rappresentanti di Anpi e Aned.
«È stato un capitolo buio della storia – ha detto Cerlienco -. Chi è scappato, ha subito una doppia ferocia: quella del fascismo e quella di Tito. È impossibile giustificare le foibe, ha ragione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Perché esiste il negazionismo su questa tragedia?»
E se il presidente Invernizzi ha ricordato come «l’Europa è una terra di crescita, l’altro non può essere considerato un nemico», il sindaco Allevi è stato molto netto: «Gli esuli sono stati vittime due volte, dell’odio e dell’oblio. Quella delle foibe è una pagina dimenticata dai libri di storia, dobbiamo recuperare decenni di indifferenza. Appoggio la proposta della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che chiede la revoca del titolo di “Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone” concesso a Tito dall’allora presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat».