Giornata missionaria, quattro giovani desiani raccontano la loro esperienza di missione in Africa

Nel corso della loro esperienza estiva hanno lavorato in una casa che accoglie bambine accusate di stregoneria oppure in una struttura che accoglie le giovani vittime di violenza sessuale

Nella settimana dove si celebra la Giornata missionaria mondiale, che cade domenica 22 ottobre, quattro giovani desiani – Eleonora Murero, Davide De Ponti, Sara Brambilla e Davide Spagnolo – hanno raccontato la loro esperienza in missione. Ad agosto i ventenni hanno fatto le valige per trascorrere una parte della loro estate in servizio nella Repubblica democratica del Congo. Ad accompagnarli c’era padre Emmanuel Adili Mwassa, missionario saveriano rimasto nella Comunità di Desio dal 2015 al 2021. È stato forte il legame instaurato con padre Emmanuel a spingere Eleonora Murero a partire per il Congo. «Conoscendo i saveriani mi sono trovata d’accordo con i loro valori di accoglienza pratica e la loro visione moderna di fede, dialogante e aperta alle diverse culture – spiega – Ho deciso di partire per mettere luce ad un contesto vittima di molte ingiustizie. Vorrei creare più coscienza sull’Africa per cercare di aiutare di più. Non basta andare lì ad aiutare per due settimane e poi andarsene. Così si crea un senso di dipendenza. Quello che più serve per loro è la formazione. Dobbiamo dare a quelle comunità degli strumenti per migliorare la loro vita».

Eleonora Murero ha lavorato a Bukavu, città a sud del lago di Kivu

Eleonora è stata inserita nella comunità della parrocchia di Panzi, nella periferia di Bukavu. Ha inoltre partecipato al progetto creato da suor Natalina Isella: la Casa delle bambine Ek’Abana. È un luogo di accoglienza per bambine accusate di stregoneria. Spesso in Congo le figlie vengono allontanate dalle famiglie, a volte anche torturate, perché accusate di essere streghe, ovvero le responsabili di ogni tipo di disgrazia capitata alla famiglia. Nella comunità le bambine vengono seguite da insegnanti e psicologi per essere reinserite nella società.

Davide DePonti, Sara Brambilla e Davide Spagnolo invece sono andati a Saint Joseph

Anche Davide de Ponti, sua moglie Sara Brambilla e Davide Spagnolo hanno visitato la parrocchia di Panzi per ritrovare padre Immanuel e partecipare alle attività oratoriane. Poi si sono spostati nella comunità di Saint Joseph, una casa comunità che accoglie ragazze vittime di violenza provenienti da tutta la regione del sud Kivu. Hanno finito la missione nella comunità Tunapenda, fondata da padre Giovanni Querzani, che accoglie e fornisce pasti a bambini malnutriti. «Avevamo una grande voglia di tornare e di rivedere persone e comunità che avevano già conosciuto – Davide e Sara infatti sono già stati in missione in Congo nel 2018 – Scendere in Africa è una cosa che mi fa molto bene – afferma de Ponti – La missione mi permette di creare nuove relazioni, di capire meglio le situazioni, vedendo e toccando con mano e avere una mente più critica su quello che succede in quella regione dell’Africa».