Fustinoni, il ricordo dei suoi studenti della quinta G del liceo Frisi di Monza del 1980: «Prima di tutto un insegnante di vita»

«Ci ha educati. E non solo in palestra o sul campo sportivo, ma anche nei corridoi, negli antri del liceo con clandestine abbuffate di salame nostrano, risate e discussioni diventando uno di noi, Oggi senza di lui è una Pasqua triste»
Il ritrovo di Giorgio Fustinoni con gli ex studenti della quinta G quarant’anni dopo,  lo scorso settembre
Il ritrovo di Giorgio Fustinoni con gli ex studenti della quinta G quarant’anni dopo, lo scorso settembre

Il professor Giorgio Fustinoni ricordato da una sua classe, la quinta G del 1980 del Liceo Scientifico Frisi.

Con quanto rimasto del nostro “latinorum” ormai quarantennale, lo ricordiamo come un “magister vitae”, adattando la frase presente nell’opera De Oratore di Cicerone, dicono gli ex alunni.

«Quando la vita distribuisce le carte non si sa mai quale gioco sta per cominciare. Nel 1975, al liceo scientifico Paolo Frisi, fanti, donne, re e scartine eravamo noi. Quasi trenta quattordicenni spaiati che, per cinque anni, furono conditi da spezie altrettanto varie affinché maturassimo. Uno di questi ingredienti fu Giorgio Fustinoni e, sicuramente, il fatto che oltre quarant’anni dopo noi ancora ci si senta, ci si frequenti e ci si ami è un risultato che dipende anche da lui. Ci ha educati. E non solo in palestra o sul campo sportivo, ma anche nei corridoi, negli antri del liceo con clandestine abbuffate di salame nostrano, risate e discussioni diventando uno di noi, maschi e femmine in egual misura. Per questo negli anni successivi lo abbiamo sempre invitato ai nostri raduni e lui ha sempre condiviso con noi la gioia di vivere. Lo scorso settembre, in una pausa di quel disastro che stiamo vivendo, mentre aleggiava l’illusione che la normalità fosse prossima, era con noi. Senza abbracci, come prudenza imponeva, ma con quella carica umana, eterna e festosa, che cancellava come sempre i suoi quindici anni in più.

Oggi, Pasqua 2021, è triste svegliarsi con la notizia della sua morte, ma sia per chi tra noi crede sia per gli altri oggi è comunque un giorno di resurrezione, perché Giorgio risorge nei nostri cuori e nel fermento che scatena in tutti nel pensare a realizzare qualcosa che ne alimenti il ricordo. Fossero anche solo due parole».