Fuga infermieri, il sindacato: “Spetta alla Regione trovare le risorse per trattenere il personale”

Donato Cosi, coordinatore regionale NurSind Lombardia conferma la situazione critica anche a Monza e Brianza.
Donato Cosi, Nursind Lombardia
Donato Cosi, Nursind Lombardia

La stima è di 4mila infermieri ed infermiere lombarde in fuga oltre confine. La meta è soprattutto la Svizzera dove lo stipendio parte da 5mila euro. Ma non è solo il miglior riconoscimento economico a far fuggire i professionisti: al di fuori dei nostri confini c’è anche una maggior possibilità di carriera e un maggior rispetto interprofessionale.

L’Italia per quanto riguarda gli stipendi è al terz’ultimo posto in Europa, dopo la Grecia e l’Estonia. Per non parlare della carriera: la stragrande maggioranza degli infermieri, in Italia, inizia come infermiere “generalista” e termina, dopo più di quarant’anni, allo stesso modo.

Fuga infermieri, il sindacato e il personale che manca

«Non abbiamo dati certi e attuali di infermieri – spiega Donato Cosi, coordinatore regionale NurSind Lombardia – che dalla Lombardia si siano trasferiti lavorativamente in Svizzera. Sicuramente molti colleghi che vivono a pochi chilometri dal confine elvetico sono particolarmente attratti dalle condizioni economiche che vengono offerte. Competenze ed esperienza vengono riconosciute dalle aziende sanitarie svizzere sia con una giusta remunerazione che con condizioni di lavoro adeguate».

In Svizzera si parla di stipendi di ingresso da 5mila euro al mese e che possono arrivare a 9mila euro al mese dopo quindici anni di esperienza lavorativa. «Il problema infermieristico in Lombardia però non è dato dall’emigrazione dei colleghi in Svizzera, – prosegue Cosi – quella c’è sempre stata e ci sarà. In Lombardia oggi mancano circa 10.000 infermieri. È pur vero che, in un momento così critico, la scelta di questi colleghi impatta ancor di più sulla cronica carenza di personale infermieristico nelle strutture sanitarie lombarde sia pubbliche che private e spetta a Regione Lombardia trovare le risorse per “trattenere” e attrarre sul proprio territorio gli infermieri per garantire a tutta la popolazione una Sanità dignitosa».

Fuga infermieri, il sindacato: costretti a saltare i riposi

La situazione dell’Irccs San Gerardo di Monza è quella che Cosi conosce meglio visto che vi lavora: «La situazione è sempre critica – spiega – siamo ridotti ai minimi termini anche per il fenomeno delle dimissioni dei colleghi che vanno verso la Svizzera o altri paesi esteri. Altri invece lasciano l’ospedale pubblico per andare nel privato». «Gli infermieri con specializzazione in sala operatoria, terapia intensiva o pronto soccorso sono infatti corteggiati dalle strutture private accreditate ma anche una miglior qualità della vita. A Monza siamo costretti a saltare i turni di riposo perché mancano i colleghi, tra chi è andato in pensione e chi ha dato le dimissioni. Adesso sono in atto delle procedure per assumere 30 nuovi infermieri, ma non saranno sufficienti a coprire i pensionati, i dimissionari e chi si è trasferito altrove».