«Facciamo il pranzo di Natale»: e porta tutti i dipendenti a servire alla mensa dei poveri di Monza

Un imprenditore di Concorezzo ha fissato il giorno per il pranzo di Natale aziendale con i dipendenti. Poi li ha portati tutti alla mensa dei poveri di Monza e ha chiesto agli impiegati di diventare camerieri per un giorno.
I dipendenti di Immediando dopo avere servito alla mensa
I dipendenti di Immediando dopo avere servito alla mensa Barbara Apicella

Un pranzo di Natale diverso dagli altri. Nessun ristorante o pizzeria, nessun menù da gustare con i colleghi, né qualche bicchierino di troppo per alzare il tasso di allegria. Ma tutti hanno indossato il grembiule e con il sorriso hanno servito per un giorno alla mensa di via Borgazzi, tra gli ultimi, tra chi è accolto nella ex sede della Tpm allestita dal Comune per garantire ai senzatetto un riparo durante la stagione invernale.

Una festa aziendale di Natale originale e sotto il segno della solidarietà quella organizzata da Diego Rovetta presidente di Immediando, un’azienda che ha sede a Concorezzo e si occupa del marketing e delle ricerche di mercato e che sabato a mezzogiorno ha coinvolto i suoi dipendenti in questa originale esperienza. «Come ogni anno ho organizzata il classico pranzo di Natale con i dipendenti e i loro familiari – spiega – Solo il giorno primo ho rivelato il luogo e la diversità del pranzo di Natale 2015: non si sarebbe stati seduti ai tavoli, ma ci si sarebbe trasformati in camerieri servando a coloro che accedono ogni giorno alla mensa». Dopo l’iniziale stupore i dipendenti, quasi tutti under 30, hanno accolto l’invito e la scommessa, presentandosi la mattina puntuali nella struttura di via Borgazzi 37 dove sono stati accolti dai City Angels (con i quali Rovetta si era messo precedentemente in contatto), dai volontari della Croce Rossa, da quelli della società civile e dall’operatore del Comune.

«È stata una bella esperienza – aggiunge orgoglioso dei suoi ragazzi – Che ci ha avvicinato al mondo di chi vive ai margini della società, superando la nostra visione stereotipata nei confronti di coloro che vivono in mezzo alla strada». Rovetta ha anche donato il pranzo (primo, secondo, contorno) terminato con una dolce fetta di panettone e lo scambio degli auguri di Natale. «È importante dare un segnale di responsabilità – prosegue – Non ero sicuro che i miei dipendenti avrebbero accolto positivamente questa proposta, invece sono rimasti entusiasti e potrebbe anche essere un primo approccio al mondo del volontariato. Un modo positivo per affrontare questo delicato momento sociale e imparare ad accostarci a coloro che vivono in condizioni di bisogno». Erano una trentina i commensali che hanno partecipato al pranzo: profughi accolti nella struttura di via Borgazzi, ma anche giovani che a breve verranno ospitati oltre ad alcuni ragazzi accolti nel centro diurno. Un centro realizzato in tempi da record come ci mostra l’operatore del Comune: su due piani, con lo spazio comune del soggiorno e sala da pranzo, la lavanderia, il guardaroba dove vengono forniti i capi intimi, i bagni con le docce e al primo piano le stanze e un piccolo salottino.