Elezioni a Monza e Brianza: lo spettro dell’astensionismo

Quanti andranno a votare? Un dato determinante per capire come andrà a finire nei comuni al voto, a partire da Monza.
Elezioni comunali
Elezioni comunali

È l’astensionismo lo spauracchio principale degli aspiranti sindaci e dei segretari di partito: l’affluenza si abbassa di tornata in tornata e a ottobre 2021 è crollata in quasi tutti i dieci comuni brianzoli in cui si è votato per le amministrative.
Domenica 12 giugno il dato potrebbe ulteriormente inabissarsi: i referendum sulla giustizia non faranno da traino e chi opterà per trascorrere il weekend fuori città non avrà a disposizione il lunedì per recarsi ai seggi come, invece, è accaduto in autunno.

Astensionismo a Monza e Brianza: i dati

Otto mesi fa a livello provinciale al primo turno l’afflusso alle urne si è fermato al 58,78% con il picco minimo del 45,36% a Seveso e la punta massima del 72,53% a Briosco.
È rimasto sotto la soglia del 50% anche a Desio dove si è attestato al 49,92% e a Limbiate dove è restato inchiodato al 45,51%. Ad Arcore ha votato il 52,51% degli elettori, a Vedano e Verano poco più del 53%, a Vimercate il 54,72%, a Varedo il 55,12% e a Biassono il 58,1%. Al ballottaggio le percentuali sono scese ulteriormente e in nessun comune hanno raggiunto il 50%.
Il centrodestra ha praticamente fatto man bassa di consensi e comuni: ha strappato Arcore, Desio e Vedano al Lambro al centrosinistra e ha mantenuto Biassono, Briosco, Limbiate così come le amministrazioni di Seveso e Varedo. Al centrosinistra non è bastato riconquistare Vimercate, ceduto nel 2016 al Movimento 5 Stelle, e confermarsi alla guida di Verano Brianza per lenire le ferite.

Astensionismo a Monza e Brianza: la prospettiva 2023

Alle amministrative del 2023 i leader nazionali e gli esponenti locali dei partiti non pensano proprio e non perché all’appuntamento manchi un anno. Non ci pensano perché tra le comunali di domani e le prossime si svolgeranno due tornate che potrebbero sconvolgere gli assetti politici e sparigliare più di una alleanza: la composizione delle coalizioni e l’individuazione degli aspiranti sindaci che si sfideranno tra dodici mesi saranno determinate anche dagli esiti delle politiche e delle regionali di primavera.
Nella costruzione degli schieramenti locali potrebbero, inoltre, pesare rivendicazioni e ripicche ispirate dalle scelte compiute a Roma o al Pirellone.
In Brianza la competizione amministrativa riguarderà sette comuni: Brugherio, Carate, Cogliate, Lazzate, Macherio, Nova Milanese e Seregno. Nel 2018 il centrosinistra ha vinto in quattro città, a dispetto del magro bottino di consensi raccolto nelle urne alle regionali e alle politiche: ha mantenuto Brugherio, Macherio e Nova e ha conquistato Seregno. Il centrodestra ha conservato Lazzate e strappato agli avversari Carate e Cogliate mentre il Movimento 5 Stelle, pochi mesi dopo l’exploit nazionale, ha racimolato solo qualche consigliere comunale.

Tra un anno i partiti dovranno fare i conti anche con i sindaci giunti al termine del secondo mandato: oltre al brugherese Marco Troiano non potranno essere ricandidati la lazzatese Loredana Pizzi e la macheriese Maria Rosa Redaelli a meno che il Parlamento non cancelli per i comuni sopra i cinquemila abitanti il vincolo dei due mandati consecutivi.