Ecosistema urbano: «Se le città non migliorano insieme, alla fine precipiteranno tutte»

È dei giorni scorsi la classifica dell’ecosistema urbano di Legambiente e Sole 24 Ore che ha visto Monza scendere all’ultimo posto tra le città del nord Italia (mentre Milano guadagna). L’analisi del sociologo Aldo Bonomi.
Monza Aldo Bonomi
Monza Aldo Bonomi Fabrizio Radaelli

«Non si può pensare a un futuro dove Milano sale in classifica per qualità della vita, e altre città intorno scendono. O si sale tutti o si è destinati a precipitare tutti, prima o poi».

Così Aldo Bonomi, sociologo e saggista, riassume i risultati dello studio pubblicato dal Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia, che ha riguardato anche Monza e la Brianza. Uno studio che coinvolto tutte le province italiane, considerando parametri come l’inquinamento atmosferico, il consumo d’acqua, la gestione e la produzione dei rifiuti, il trasporto pubblico, la cura del verde urbano, le aree pedonali e le piste ciclabili.


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Così vicine, così lontane. Come mai Monza e la Brianza non riescono a tenere il passo di Milano?
Per rispondere occorre ridefinire il rapporto urbanistico, economico, sociale e la qualità della vita in quell’area che fino a inizio secolo chiamavamo “la città infinita”. Dall’aeroporto di Malpensa fino a Orio al Serio la metropoli si è velocemente mangiata il contado. La stessa Brianza, compresa in questa vastissima area, dove ancora oggi c’è un’altissima concentrazione di imprese, è stata inglobata nella dimensione della metropoli urbana. E cosa è successo? Che la Milano dentro le mura è riuscita a rilanciarsi con il progetto della smart city, con il car sharing e il bike sharing, per esempio, che ormai sono consuetudini comuni per i milanesi, determinando così la risalita della città, mentre il territorio circostante che era ancillare rispetto alla metropoli non ha saputo creare quella che definisco la smart land.

Come si può intervenire per colmare questa distanza?
Occorre prendere in considerazione quattro parametri. Prima di tutto le imprese, che non possono più pensare solamente alla proliferazione dei capannoni ma devono davvero puntare con vigore all’industria 4.0 e a un’innovazione che non sia solo tecnologica ma anche produttiva, e poi è necessario risvegliare la coscienza di luogo, il rispetto e la cura del bello. Un altro ruolo fondamentale lo gioca la mobilità: è urgente un dialogo proficuo tra smart city e smart land. E infine un appello a Milano che deve porsi il problema dell’area metropolitana e ridisegnare con il resto del territorio le caratteristiche della smart land.

Serve quindi collaborazione tra le amministrazioni locali?
Bisogna ripensare a delle alleanze. Oggi ormai la Provincia è un soggetto debole, è necessario quindi che tutti gli amministratori locali rispondano a un appello alla collaborazione. Devono farsi sentire, alzare la voce e porre come primarie le questioni che riguardano la qualità della vita e l’ambiente. Ripeto: non si può pensare a un futuro dove solo alcune città salgono in queste classifiche e altre limitrofe scendono.

Un appello alla collaborazione che però sembra difficilmente attuabile nel concreto. Guardi, per esempio, alla vicenda della metropolitana a Monza: dopo decenni forse nei prossimi anni vedremo qualche frutto.
La metropolitana a Monza è una giusta metafora di quanto ho detto fino ad ora. Questo non è più il tempo delle lunghe attese ma quello dell’urgenza. I sindaci del territorio, gli imprenditori, la società, i commercianti, gli artigiani, devono essere loro i sindacalisti del proprio territorio. L’unica via è ripensare allo spazio di posizione, al ruolo che ciascuno gioca nel quadro complessivo. È un compito difficile, soprattutto perché viviamo in un momento in cui le strutture intermedie, come la Provincia, appunto, ma anche la stessa città metropolitana, vivono situazioni di debolezza. In questo contesto è fondamentale anche il ruolo che può giocare un giornale come il Cittadino.

In che modo?
Può diventare davvero un luogo dove poter dialogare di queste questione, una piattaforma da cui ripartire dove riproporre queste domande e rilanciare dialoghi e riflessioni.