«L’uragano è passato lasciando un Paese devastato, soprattutto nei suoi due estremi, il sud dove le mareggiate hanno distrutto di tutto e di più, e il nord ovest dove siamo noi, abbattendo case, sradicando alberi, uccidendo molti animali, devastando i terreni da coltivare, scoperchiando chiese e scuole».
Il racconto arriva da don Levi Spadotto, già animatore all’oratorio Beata Vergine Immacolata di Desio e ora missionario ad Haiti. L’uragano Matthew ha provocato vittime (oltre 900 morti) e tantissimi danni nell’isola caraibica, dove la popolazione già quotidianamente vive nella povertà.
«Fisicamente sto bene – scrive il sacerdote sul suo profilo facebook, in uno dei pochi momenti in cui ha a disposizione la connessione – È stato veramente uno degli uragani più violenti degli ultimi anni: la gente stessa è stupita per tanta violenza. Proprio non c’è pace per questo poverissimo e sfortunato Paese».
Don Levi riporta anche i messaggi dei confratelli che vivono in altre zone di Haiti: «Qui ci sono molte case distrutte. Da noi la chiesa è stata rasa al suolo. Il tetto della nostra scuola è stato portato via dal vento. Il terreno da coltivare è stato devastato».
In mezzo a tanta desolazione, don Levi non si arrende. Il sacerdote, che qualche mese fa è stato a Desio, per incontrare gli amici con cui è sempre rimasto in contatto e i suoi “ragazzi dell’oratorio”, lancia un grido d’aiuto: «Io vorrei comunque non abbattermi di fronte a tutto questo e spero di avere quel minimo di risorse per fare gli interventi più urgenti e per incoraggiare la ripresa dopo la batosta. Ad esempi,o a Loubye la chiesa che era fatta di legni e lamiere è crollata al suolo. Tenteremo di recuperare il materiale ancora buono, io provvederò a trovare i soldi per sostituire legni. In altri casi, basta dare un supporto, chi qualche legno, chi qualche asinello. Insomma, non credo di poter risolvere tutto, ma di dare un segno di solidarietà e di attenzione. Credo di ingaggiare qualche operaio per fare il giro delle case, per supportare il lavoro di riparazione fatto dalle stesse famiglie. Per le cose più grosse spero nell’aiuto di grandi organizzazioni, ma temo che a noi del nord ovest arrivino come sempre le briciole in una situazione di normale corruzione e disorganizzazione delle istituzioni. La periferia non offre visibilità come la capitale».
«Preferisco, in ogni caso, di contare sull’aiuto di chi mi consce e crede in quello che faccio».
Don Levi ha aperto un conto corrente presso la Banca Prossima di Milano: Spadotto Levi cc 0500/1000/120163; IBAN IT42Q0335901600100000120163.
(codice iban corretto il 13 ottobre 2016)