Dominique Corti racconta l’ospedale di Lacor in Uganda

Ospite del Rotary Sedeca, Dominique Corti, figlia unica della chirurga Lucille Teasdale e del pediatra besanese Piero Corti, ha raccontato l’esperienza dell’ospedale di Lacor in Uganda, gestito dagli anni ’60 dai genitori.
Dominique Corti , tra il presidente del Rotary Sedeca e la sua assistente Valentina Colini
Dominique Corti , tra il presidente del Rotary Sedeca e la sua assistente Valentina Colini Paolo Volonterio

Il “Lacor hospital” del nord Uganda è stato al centro del racconto di Dominique Corti – figlia unica della chirurga infantile canadese Lucille Teasdale e di Piero Corti, pediatra di Besana Besana, che nel 1961 si sono trasferiti a Gulu e per tutta la vita si sono prodigati nel gestire l’ospedale Saint Mary di Lacor – al Rotary Sedeca di cui è presidente Gilberto Chiarelli. Erano presenti anche i rappresentati dei club di Meda e delle Brughiere, Varedo e del Seveso e del Rotaract. Il Sedeca da molti anni con donazioni aiuta la fondazione Corti nata nel 1993 con lo scopo di sostenere e assistere il St.Mary’s hospital Lacor.

Infatti Dominique Corti attraverso la ricerca costante di fondi, beni e competenze, continua a rendere possibile l’obiettivo a cui i genitori hanno dedicato l’intera vita, e cioè dare al popolo ugandese un ospedale accessibile a tutti e la possibilità di costruire il proprio domani.

Dominique Corti racconta l’ospedale di Lacor in Uganda
Nel giardino dell’ospedale St. Mary di Lacor Dominique Corti con suor Angioletta mostra il libro dei sostenitori

Il Sedeca assieme ad altri club del gruppo Brianza 2 e del Rotaract Brianza nord, ha organizzato un progetto in favore dell’ospedale Lacor. Dominique Corti ha ricordato che in più di 60 anni di attività, l’ospedale Lacor, oggi è un punto di riferimento per 750 mila abitanti del distretto, ma in molti giungono in cerca di cura e assistenza da tutto i nord Uganda. Offre giornalmente cure specialistiche in medica, chirurgia generale, chirurgia orale, pediatria e ostetricia-goinecologia a centinaia di pazienti. Dispone di 554 letti al suo interno e 72 nei tre centri sanitari periferici situati in un raggio di 40 km dall’ospedale.

Nel 2020-21, l’ospedale ha curato 207 mila 907 pazienti, l’11% in meno rispetto all’anno precedente di cui 25% bambini e 55% donne.

“La proporzione di donne e bambini – ha detto Dominique Corti – resta stabile, e continua a rappresentare l’80% dei pazienti. Lo scorso anno sono stati effettuato 29.960 ricoveri, e 177.947 prestazioni ambulatoriali, 8.079 parti di cui 1.710 cesarei, operazioni 6.148”.

Centri sanitari periferici: 72 letti, 69.001 visite, 8.189 ricoveri; pediatria: 112 letti; 7.374 ricoveri di cui 414 neonati; medicina: 104 letti, 3.076 ricoveri; radiologia: 15.530 radiografie e 27.247 ecografie; laboratori 403.871 esami effettuati. Ha aggiunto che “dal marzo 2020 le restrizioni anti-covid, soprattutto per il blocco dei trasporto, hanno causato una riduzione dei pazienti che ha toccato nel mese di aprile una riduzione del 33%. Successivamente i numeri hanno iniziato a risalire e nel 2020-21 sono rimasti stabili intorno al 77%, rispetto al 2018-19, ultimo anno senza covid”. Tutti curati anche chi non può pagare.

Dominique Corti ha tenuto a sottolineare: “La missione del Lacor hospital è di garantire cure e assistenza medica ai più bisognosi senza discriminazione di sesso, razza, stato sociale, religione o affiliazione politica. In un Paese in cui più della metà della popolazione vive in una povertà estrema curarsi è spesso difficile, se non impossibile, così il Lacor hospital, il maggior nosocomio non a scopo di lucro dell’Africa equatoriale, si è dato questa missione. Il suo mantenimento costa più di 6milioni di euro l’anno, una cifra coperta in massima parte dalle donazioni estere, mentre una quota deriva da quei pazienti che possono permettersi di contribuire alle spese con una cifra, perlopiù simbolica”.

Infine Dominique Corti ha esposto una serie di cifre eloquenti: mortalità materna, ogni 100 mila nati vivi, in Uganda 343, in Italia 4; in Italia un medico per 125 persone, in Uganda per 5.882 persone; spesa sanitaria pro capite annua: in Italia 3 mila dollari in Uganda 45 dollari; mortalità sotto i 5 anni, ogni 1000 nati vivi, in Uganda 48, in Italia 32; malaria: incidenza su 1000 persone a rischio in Uganda 263 in Italia 0; mortalità dovuta all’utilizzo di acqua non sicura su 100 mila persone in Uganda 31,6 in Italia 0, Il 65% degli africani vivono con meno di 3 dollari al giorno. I costi della pandemia, aggiornati allo scorso 20 febbraio, in Italia sono stati 12, 4 milioni con decessi pari a 152.848 persone; in Uganda la spesa è stata di 163 mila con 3.582 decessi; vaccini, dosi: in Italia 133 milioni con 47 milioni di persone coperte, in Uganda la spesa è stata di 15 milioni per 2,2 milioni di persone coperte pari al 5%. Un racconto quello di Dominique Corti che ha emozionato per i dati forniti, ma soprattutto per come ha saputo coinvolgere i presenti, nell’esporre quel popolo martoriato dalla povertà e dalle violenze di diversa natura ma che mantiene sempre la gioia di un sorriso.