Disagio giovanile, Delpini ai sindaci brianzoli: “Contagiate i ragazzi con la vostra passione”

L'arcivescovo ha puntato l'accento sulla necessità di motivare i ragazzi e di valorizzare le loro potenzialità per favorire la partecipazione

La società europea vuol vivere o vuole morire? Sabato 18 marzo l’arcivescovo di Milano Mario Delpini lo ha domandato due volte agli amministratori locali brianzoli riuniti nell’auditorium della Provincia: di fronte ai sindaci che gli hanno chiesto suggerimenti per ridurre il crescente disagio giovanile ha puntato l’accento sulla necessità di motivare i ragazzi e di valorizzare le loro potenzialità per favorire la partecipazione alla vita delle comunità e contrastare l’isolamento. La facilità con cui le famiglie si disgregano e «l’enfasi sui diritti individuali», ha affermato, indeboliscono i legami sociali e sono tra le cause della grave crisi demografica che colpisce l’Italia.

L’arcivescovo di Milano Mario Delpini in Provincia (foto Fabrizio Radaelli)

Delpini ai sindaci brianzoli: affiancare la giunta con una “amministrazione giovane”

L’emergenza educativa, ha dichiarato Delpini, si potrebbe affrontare «contagiando i giovani con la passione» che i sindaci infondono ogni giorno nella cura delle loro città: la giunta, ha suggerito, potrebbe essere affiancata da una «amministrazione giovane», ben diversa dal consiglio comunale dei ragazzi, che abbia a disposizione un proprio budget e sia coinvolta nel governo locale. In ogni comune potrebbe, inoltre, nascere un «laboratorio della speranza» che renda il nostro territorio un luogo in cui desiderare abitare. «Facciamoci carico gli uni degli altri perché nessuno se la cava da solo» ha ammonito l’arcivescovo che ha ricordato l’importanza delle alleanze tra istituzioni, parrocchie e associazioni. I sindaci, ha raccomandato, non dovrebbero lasciarsi travolgere dal pessimismo, dal peso delle critiche distruttive e malevole: «Vi guardo con riconoscenza per quello che fate – ha spiegato – interrogatevi su come custodire la serenità. Abbiate cura di voi stessi e non dimenticate le vostre relazioni di base».

Disagio giovanile, la preoccupazione degli amministratori brianzoli

La tragicità e le dimensioni del disagio giovanile, che nelle ultime settimane è stato la causa di diverse tragedie, preoccupano più di altre questioni: eppure, ha notato il presidente della Provincia Luca Santambrogio, i tanti episodi recenti «non riescono a smuovere fino in fondo le coscienze». Di fronte alla sempre più scarsa partecipazione alla vita politica e associativa che rende difficile il ricambio generazionale, ha proseguito, è necessario «tutelare e ricreare il senso di comunità» tramite l’alleanza tra le istituzioni e le parrocchie. La collaborazione, ha constatato il sindaco di Monza Paolo Pilotto, in Brianza è sperimentata da tempo come dimostra il percorso avviato con le comunità pastorali, il terzo settore e l’Università Cattolica: «Dobbiamo mettere in comune le competenze – ha riflettuto – avere una visione dal lungo respiro evitando ogni volta di ripartire da zero».

Disagio giovanile, “Ci sentiamo inermi di fronte allo scarso interesse”

L’urgenza di trovare risposte adeguate accomuna tutti gli amministratori: «Ci sentiamo inermi – ha ammesso la sevesina Alessia Borroni davanti allo scarso interesse dei giovani». «Cosa posso rispondere – ha domandato il primo cittadino di Desio Simone Gargiuloa una mamma che chiede aiuto perché il figlio ha tentato di farsi del male?». «Cosa non ci dicono i ragazzi prima di andarsene?» ha chiesto il suo collega di Agrate Simone Sironi.

All’incontro sono intervenuti anche i primi cittadini di Lissone Laura Borella, di Veduggio con Colzano Luigi Dittonghi, di Figino Serenza Roberto Moscatelli.