Dieci anni di cause senza averne titolo: processo a un falso avvocato di Monza

È iniziato il processo contro un monzese che per almeno dieci anni ha esercitato la professione di avvocato senza averne titolo. Il caso era stato affrontato anche da Striscia la notizia. Deve rispondere di truffa, falso ed esercizio abusivo della professione.
Veduta area del tribunale di Monza
Veduta area del tribunale di Monza

Truffa, falso, esercizio abusivo della professione legale. Sono le accuse contestate dalla procura a un monzese che si è spacciato per anni avvocato senza esserlo, a giudizio davanti al giudice del tribunale monocratico di Monza. Le imputazioni riguardano almeno dieci anni di presunto esercizio abusivo, durante i quali si è occupato di cause e atti di diritto civile, mentre non ha mai esercitato nel penale. Un periodo che in realtà sarebbe anche superiore, addirittura vent’anni di professione abusiva, ma la prescrizione impone un limite temporale. Pile di faldoni, quelli setacciati dai carabinieri dell’Aliquota operativa di Monza, relativi a tutto il contenzioso istruito dall’imputato.

Quest’ultimo, peraltro, non avrebbe esercitato in proprio, ma appoggiandosi ad altri due famosi studi legali di Monza. Relativamente alla posizione dei titolari di questi studi, peraltro, va segnalato che un noto avvocato civilista monzese è coimputato di De Luca nel processo che comincia oggi, mentre l’altro è deceduto. Il caso del falso legale era stato reso noto in un servizio televisivo della trasmissione ‘Striscia La Notizia’ dell’ottobre 2013, che era andato a trovare il falso avvocato nel suo ‘studio’, ricavato in un seminterrato a San Rocco, in seguito chiuso. In realtà, già prima del servizio del popolare tg satirico di Mediaset, i carabinieri di via Volturno avevano avviato un’indagine, dopo aver ricevuto almeno tre querele contro l’uomo. Gli accertamenti dei militari dell’Arma erano partiti dopo che un altro avvocato al quale si erano rivolti dei precedenti “clienti” del monzese, aveva chiesto informazioni sul conto di quest’ultimo, e si era accorto che qualcosa non quadrava.

Anche l’Ordine degli avvocati di Monza e Brianza, era al corrente della situazione. “L’esercizio della professione” da parte del falso legale, oltre ad essere “circostanza nota”, è stato anche segnalato da molto tempo alla Procura della Repubblica”, avevano fatto sapere gli avvocati monzesi (quelli veri). L’ordine, per di più, avrebbe “rinnovato più volte la segnalazione ogni qual volta ha appreso nuovi episodi”. Il processo a carico del monzese, difeso dall’avvocato Roberto Iannacone, dovrebbe entrare nel vivo alla prossima udienza. La vicenda, ricorda quella di un altro falso avvocato, “impersonato” in quella occasione dalla muggiorese Simona Ghidinelli, condannata a sei mesi. L’inganno, anche in quel caso, era emerso dopo una prima segnalazione all’ordine professionale forense di un altro avvocato, che si era imbattuto nella Ghidinelli come controparte, e che si era accorto di qualcosa che non andava nel certificato di laurea presentato dalla donna su sua richiesta.