Un braccio di ferro durato 18 anni. E ora, l’abbattimento. Sono iniziati i lavori di demolizione della villa abusiva ai margini della Valassina, all’altezza di Desio: uno dei casi più clamorosi di abusi edilizi a Desio. Le ruspe, in azione da alcuni giorni, hanno già quasi completamente raso al suolo l’edificio. Al loro posto, nascerà un’area verde attrezzata di 3mila metri quadrati a disposizione delle famiglie. Un percorso portato a termine dal sindaco, Simone Gargiulo, che era stato iniziato dai suoi predecessori: Salvatore Pugliese, Giampiero Mariani e Roberto Corti. Per cancellare questa “ferita” sono stati necessari 400mila euro: 200 a carico del Comune di Desio, altrettanti dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile.
Giù la mega villa abusiva: Gargiulo, “legalità con i fatti non con le parole”
Laconico il commento di Gargiulo: «Il ripristino della legalità con i fatti e non con le parole». Una vicenda che è stata – a dir poco – un’odissea giudiziaria. Era il lontano 2005 quando fu costruita una enorme villa e un capannone a ridosso della Valassina. La reggia – forse la più fastosa tra le tante mega ville abusive spuntate tra gli anni settanta e gli anni ottanta alla periferia di Desio – si trova in cima a una collinetta all’imbocco della superstrada Valassina. Protetta da una fitta vegetazione, fino a essere quasi invisibile all’esterno, il suo mimetismo fa da contrasto con un lusso sfrenato: tremila metri quadrati di estensione, piscine con idromassaggio, vasti giardini con area verde attrezzata per pic-nic con barbecue. E, all’interno, pareti impreziosite da colonne di marmo e mosaici.
Giù la mega villa abusiva: prima ordinanza di demolizione nel lontano 2005
All’estremo confine con Desio, protetta da alte siepi, nell’intenzione dei proprietari la mega villa avrebbe dovuto restare segreta. Anche perché non c’era alcuna autorizzazione. Per demolirla sono stati necessari 18 anni di lotte a colpi di lotte giudiziarie a colpi di carte bollate. La prima ordinanza di demolizione fu elevata nel 2005. Ma già nel 2006 iniziò una guerra giudiziaria con richieste di sanatoria, ordinanze, ingiunzioni, ricorsi e controricorsi, al Tar, al consiglio di Stato e perfino al presidente della Repubblica.