Tra la stazione ferroviaria di Monza e il teatro Binario 7 si apre la terra di nessuno dove gang di stranieri spadroneggiano colonizzando gli angoli bui. I passanti in arrivo con gli ultimi treni della sera abbassano lo sguardo e affrettano il passo fino alla macchina. Qualcuno si è già imbattuto sulla banchina in un tossico che si bucava un piede zampillando sangue; insomma, non vuole altre sorprese. Fa lo stesso chi esce dal teatro Binario 7 mentre i senza tetto si nascondono o cambiano aria per non finire depredati di coperte e giacconi. Il quadro non è allarmistico ma reale, riferito da un volontario della Croce Rossa e confermato da Marco Belloni, responsabile del Comune per l’area Inclusione dei Servizi sociali.
«Là dietro – dice il volontario dell’Unità di strada che chiede di restare anonimo – ci è difficile perfino trovarli i senza tetto. Hanno paura che spacciatori e altri criminali facciano loro del male o rubino loro le coperte. Per questo si nascondono e si spostano di frequente. Capita che siano i nostri stessi assistiti, vedendoci arrivare, a farci cenno di andarcene, di passare un’altra volta perché tira una brutta aria».
O perché il pusher è al lavoro o perché è scoppiata la rissa tra ubriachi. Senza contare il nuovo business della strada, quello delle coperte che si rubano e si rivendono tra i disperati.
«Da qualche tempo non le portiamo più con noi durante l’Unità di strada notturna -continua il volontario – sia perché abbiamo scoperto che spesso vengono immesse in circuiti di vendita non meglio precisati, sia perché non ci sentiamo sicuri: nei contesti numerosi si rischia l’assalto». Quello del Binario 7 è uno di quei contesti.
«Conosciamo la questione – spiega Marco Belloni – è strettamente legata a una banda di sudamericani che sul retro della stazione beve, fuma, ingaggia pestaggi e così via. In una situazione di questo tipo è chiaro che il lavoro dell’Unità di strada di Croce Rossa e Good Guys diventa insostenibile».
Gli interventi ripetuti delle forze dell’ordine non sono sufficienti, serve un piano che impermeabilizzi il quartiere in modo definitivo. Belloni sostiene di averlo. Il vero problema, spiega, è che l’area di cui si parla è al centro di un sistema di competenze poco chiaro, tra Comune, Net, Rfi. Il funzionario dice di aver avviato un percorso di accertamento «per capire lì chi è il padrone».
L’idea è quella di un tavolo di lavoro tra le parti per rivitalizzare il quartiere e magari insediarvi qualche attività. Un obiettivo difficile cui guardano con speranza migliaia di persone, tra i residenti, i pendolari e gli utenti del Binario 7.