La situazione è da allarme rosso. Perché il momento negativo del settore automobilistico, già capace di costringere ad amari ripensamenti i colossi tedeschi del settore, minaccia di innescare pesanti ripercussioni anche in Italia e in Brianza. Qui sono numerose le imprese, grandi e piccole, collegate all’indotto. Gli addetti del settore metalmeccanico sono complessivamente circa 40mila. A lavorare per il settore automotive sono 10mila persone.
Automotive, l’allarme dei sindacati e di Api anche per la Brianza
«Se piove in Germania – commenta Pietro Occhiuto, segretario generale Fiom Monza Brianza -, in Italia diluvia. Tante nostre imprese della componentistica lavorano per Gruppi come Wolkswagen e Audi. Questa è una crisi davvero importante. Chiediamo al Governo una chiara politica industriale. Sono necessarie, inoltre, maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali».
Anche A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie segnala le criticità evidenziatesi negli ultimi tempi nel settore. Dell’Associazione fanno parte 2mila imprese; 400 di queste hanno sede nella provincia di Monza e Brianza. «Le aziende dell’indotto che hanno contatti con Stellantis – sottolinea il direttore generale Stefano Valvason – da oltre un anno ci segnalavano la presenza sempre più ridotta di personale e di macchinari. Questa politica di disinvestimento non è una novità. Chi lavora nell’indotto sta cercando di diversificare la produzione. In ogni caso, dopo l’elezione di Trump, è un momento di grande incertezza. Bisogna capire che cosa succederà alle politiche di transizione ecologica. In Italia, comunque, da 30 anni manca una vera politica industriale».
Bobine per le auto elettriche: in Brianza il caso positivo della Ae. Cas. di Nova Milanese
Ma in Brianza c’è anche chi, come la Ae. Cas. di Nova Milanese non ha mai realizzato pezzi per il motore endotermico producendo invece componenti per i propulsori Gpl, a metano ed elettrici. Un tipo di produzione che sta facendo la differenza in senso positivo. Alla Ae. Cas. di Nova Milanese, infatti, i sabati dei mesi di settembre, ottobre e novembre sono stati lavorativi. L’azienda, associata a Confartigianato, ha 65 dipendenti ed è stata fondata da Giovanni Casaletti e dalla moglie Rosa Veneto nel 1979. Casaletti, 80 anni, è l’amministratore e si occupa tuttora della gestione della Ae. Cas. (Avvolgimenti elettrici Casaletti).
«In pratica – precisa scherzosamente il figlio Andrea, responsabile commerciale – è onnipresente». L’azienda di Nova Milanese produce anche gli avvolgimenti elettrici di bobine per le elettrovalvole. Un tipo di prodotto che trova applicazione, oltre che nel settore automotive, anche nel controllo accessi, nella pneumatica, nell’oleodinamica e nei distributori automatici di caffè, bevande e snack.

L’esempio della Ae. Cas. di Nova Milanese: punta a chiudere il fatturato a 13 milioni
«Da 25 anni – precisa Andrea Casaletti – lavoriamo nel comparto Gpl e gas metano. Il settore dell’idrogeno è in forte sviluppo». Le bobine realizzate a Nova servono per aumentare l’autonomia delle auto elettriche. Il 30% della produzione dell’azienda brianzola finisce all’estero. Tra i suoi clienti, ci sono importanti case asiatiche del comparto automobilistico. La società di Nova Milanese punta a chiudere il fatturato a quota 13 milioni di euro. «Il 2024 – sottolinea Casaletti – è stato un anno interessante. Siamo tornati ai livelli pre Covid. In ogni caso, è vero che il mercato tedesco è calato. E questo calo non riguarda solo il comparto dell’auto. Ma altri settori hanno compensato questa diminuzione. Per noi, ad esempio, è diventato molto interessante il mercato indiano».