Covid, in calo i pazienti ricoverati all’ospedale San Gerardo di Monza (119): «Parliamo di ritorno alla “nuova normalità”»

Sono 119 i pazienti ricoverati per covid all’ospedale San Gerardo di Monza, una ventina in meno di una settimana fa.
Ospedale san Gerardo
Ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

C’è un sensibile calo nel numero dei pazienti ricoverati per covid all’ospedale San Gerardo di Monza: sono 119 nel bollettino aggiornato di lunedì 14 febbraio, erano 140 sette giorni prima.

Si trovano: 95 in Malattie Infettive (erano 109), 10 in Pneumologia (-1), 2 in terapia Subintensiva (erano otto), sempre 8 in terapia intensiva, 4 in altri reparti. L’età media dei ricoverati è salita a 74 anni. Otto i decessi.

In una settimana hanno avuto accesso al pronto soccorso 1.610 pazienti, 110 con sintomatologia Covid e 23 ricoverati. Sette giorni prima erano stati 151 con sintomatologia Covid e 44 ricoverati.

“Questa settimana si è osservato un calo significativo dei ricoveri in coerenza con quanto si osserva al di fuori dell’ospedale, dove il numero dei nuovi contagi è in significativa riduzione – ha commentato il professor Paolo Bonfanti, direttore unità operativa di Malattie Infettive – Anche l’accesso in PS dei casi sospetti è in riduzione. Tutte questi dati messi insieme, sono estremamente positivi e finalmente permetteranno agli ospedali di occuparsi in modo adeguato anche dei pazienti affetti da altre patologie”.

E poi: “Si parla giustamente di un ritorno alla “normalità”. Credo sia più realistico definirla “nuova normalità”: l’opzione “Zero Covid” non è infatti un obiettivo ancora raggiungibile a breve termine, in quanto l’eradicazione o l’eliminazione del virus non sono vie percorribili attualmente. Una campagna vaccinale sempre più estesa e l’avere a disposizione nuove importanti armi, quali gli antivirali, sono enormi passi in avanti ma dovremo abituarci a convivere con il virus ancora per molto tempo, usando ragionevolezza nei comportamenti, come abbiamo imparato in questi mesi. Per tutelare noi stessi ma soprattutto i più “fragili” che rimarranno ancora esposti alle insidie di Covid, come questa IV ondata ha iniziato a insegnarci”.