«Cinque anni, ma sembra ieri. Ricordo ogni cosa, distintamente, a partire da quella telefonata che ha segnato l’inizio di tutto». Alle 7.30 di domenica 23 febbraio Dario Allevi, sindaco di Monza dal 2017 al 2022, riceve la chiamata di Mario Alparone, direttore dell’allora Asst di Monza: «Il primo paziente Covid era arrivato al San Gerardo. “Ci siamo”, mi sono detto. Nel pomeriggio l’unità di crisi era già operativa. Il senso di responsabilità che sentivo, che tutte noi istituzioni sentivamo nei confronti dei cittadini, era enorme».
Covid a Monza e Brianza cinque anni dopo: i ricordi dell’ex sindaco Dario Allevi e «lo straordinario gioco di squadra»
Di quel periodo Allevi ricorda la concitazione, perché «non si dormiva, e se si riusciva a chiudere occhio ci si svegliava pieni di pensieri» e «il sostegno, la vicinanza e la generosità dei monzesi e delle tante associazioni che hanno voluto dare una mano, chi regalando mascherine e disinfettanti, chi distribuendo pasti caldi alle persone che ho sempre definito “i nostri eroi”, i medici e gli operatori impegnati in prima linea in turni sfiancanti, come hanno fatto i ragazzi della Curva Davide Pieri, i nostri alpini e tantissimi altri».
Soprattutto, però, l’ex primo cittadino ricorda «lo straordinario gioco di squadra che tutti insieme, Comune e Provincia, prefettura e questura, Asst, Ats e forze dell’ordine, siamo riusciti a portare avanti per quasi due anni, quando ogni giorno cercavamo di capire cosa fosse meglio fare. Di quel periodo ricordo la vicinanza e il supporto della giunta e di tutti gli uffici, delle tante persone che seguivano gli aggiornamenti che quotidianamente scrivevo sui social». Impossibile dimenticare «il dolore per le perdite che tutti, credo, abbiamo provato, l’urlo delle sirene, il ritrovarsi a girare per una Monza deserta e spettrale. C’era uno spirito di solidarietà così forte che speravo riuscisse a resistere nel tempo. Oggi, cinque anni dopo, sembra però che non si sia fatto tesoro di quello che abbiamo vissuto: per questo ricordare è fondamentale».

Covid a Monza e Brianza cinque anni dopo: la Protezione civile comunale
In prima linea dal primo giorno anche la protezione civile comunale e la sezione locale della Croce rossa. «All’inizio la difficoltà principale era capire come gestire una situazione tanto dirompente: dalla regione e governo arrivavano indicazioni contrastanti, vaghe, e dovevamo comunque, in qualche modo, dare risposte alle tantissime persone che si rivolgevano a noi», Mario Stevanin, responsabile della protezione civile del Comune di Monza, riporta alla luce i tanti dubbi del primo periodo, la fatica, ma anche la «soddisfazione» per l’aver contribuito a realizzare tanti servizi fondamentali per la popolazione.
I ricordi sono numerosi e vividi (ed elencarli tutti è impossibile): il ritiro all’aeroporto di Malpensa di respiratori destinati all’ospedale, l’aiuto nell’allestimento del centro tamponi all’ex fiera e del centro vaccinale all’ex Philips, la consegna delle spese a domicilio e dei buoni pasto, l’iniziativa delle scatole di Natale. «Le cose hanno funzionato perché si è saputo fare sistema: purtroppo, però, ora molte cose le abbiamo già dimenticate».
Covid a Monza e Brianza cinque anni dopo: l’ex presidente della Cri
Dello stesso parere anche Dario Funaro, ex presidente della Cri di Monza: «Abbiamo sperimentato una grande coesione sociale: un forte senso di comunità e una grande generosità da parte di tanti. Ora non è più così, e spiace doverlo constatare. Eppure, insieme, all’epoca siamo riusciti a fare grandi cose, nonostante la paura che si provava, forte – soprattutto all’inizio, quando del virus non si sapeva nulla, mancavano i dispositivi di protezione personale e noi dovevamo capire come prestare soccorso a chi ci chiamava. Alla paura dell’inizio è subentrato poi il coraggio, e l’orgoglio per essere stati presenti, come Croce rossa, in ogni aspetto della vita quotidiana di quei lunghi mesi – dal trasporto sanitario all’assistenza sociale dei più anziani e dei più fragili, sempre in collaborazione con istituzioni, enti e associazioni della città».