Un incontro che difficilmente i ragazzi dimenticheranno sia per i temi affrontati sia per le personalità e le voci che hanno potuto ascoltare. Si intitolava Vite spezzate ed è stato organizzata dal gruppo ”Agende rosse – Claudio Domino” di Vimercate per giovedì mattina al Cineteatro San Luigi di Concorezzo. L’iniziativa era rivolta alle ragazze e ai ragazzi delle scuole medie e alcune delle superiori del territorio del vimercatese e ha visto la presenza di oltre 750 studenti.
Concorezzo, don Ciotti e la lotta alla mafia: gli interventi
Sul palco hanno preso parola i rappresentanti delle istituzioni, dal sindaco Mauro Capitanio al vice presidente della Provincia Riccardo Borgonovo, fino all’ex sindaco di Vimercate Francesco Sartini, che ha condotto l’iniziativa e a introdotto gli interventi Viviana Lamarra, psicologa forense e psicoterapeuta, e soprattutto quello dell’ospite d’onore della mattinata don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo “Abele” e di “Libera”. L’incontro si è aperto con le parole di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, che in collegamento telefonico ha invitato i ragazzi a portare nel mondo “l’agenda rossa” e di continuare a chiedere verità e giustizia. Un ricordo speciale è stato poi rivolto a un giovane che purtroppo non c’è più proprio a causa di un atto di violenza, il vimercatese Simone Stucchi.
Concorezzo, don Ciotti e il ricordo di Simone Stucchi
Durante gli interventi si è parlato di violenza, legalità, libertà e, durante l’approfondimento di Lamarra, anche di bullismo e cyberbullismo.
Particolarmente sentito è stato ovviamente il discorso di don Ciotti. Anche lui ha voluto ricordare Simone: «Un ragazzo morto a soli 21 anni – le sue parole – Nessuno avrebbe mai pensato fosse possibile ma è possibile. Abbiamo bisogno che la sua come le tante altre morti non siano vane e per questo bisogna far proprio il pensiero che questi non sono sempre e solo problemi di altri ma sono di tutti».
Concorezzo, don Ciotti e la lotta alla mafia: le sue parole
Il sacerdote ha rivolto diverse suggestioni alla giovane platea: «Voi siete portatori di vita, siete la diversità. La società ha bisogno di voi, appassionati, sensibili, curiosi affamati. Perché così potrete essere nuova linfa». Ma ha anche invitato i presenti a «riscoprire la solitudine, e non l’isolamento, per imparare a conoscersi e a far domande» e a «diffidare dai seduttori che svuotano di significato le parole ma cercate la verità».
In merito alla mafia invece don Ciotti ha avvertito che se «anche non spara più è sempre ben presente e, anzi, oggi è ancora più forte di prima perché ormai nella testa della gente è un fatto che si è normalizzato. Bisogna dare maggior peso alla parola legalità, troppo spesso sventolata come vessillo e svuotata di contenuto. Ma ricordatevi che non c’è legalità senza uguaglianza».