Gli uffici dei Comuni e delle Province rischiano di rimanere sguarniti: da alcuni anni, infatti, sindaci e presidenti faticano sempre più a reclutare i dipendenti. L’allarme, che gli amministratori locali lanciano da tempo, non sembra avere fatto presa tra i ministri eppure in alcuni casi la situazione potrebbe diventare critica perché i giovani, che un tempo rincorrevano il miraggio di un posto nella pubblica amministrazione, preferiscono cercare lavoro nel mercato privato, attratti dalla possibilità di ottenere stipendi più alti e progressioni di carriera più veloci.
Comuni e province si svuotano: i profili che mancano, partecipazione scarsa ai bandi
«Mancano soprattutto geometri, architetti e ingegneri – afferma Luca Santambrogio, presidente della Provincia e sindaco di Meda – il boom dell’edilizia, favorito dai super bonus e dal Pnrr che hanno portato all’apertura di molti cantieri, sta mettendo i difficoltà tanti Comuni che non trovano personale».
La centrale dei concorsi di via Grigna, che gestisce il reclutamento anche per una cinquantina di enti locali, negli ultimi tempi ha aperto parecchie selezioni: «La partecipazione ai bandi riservati ai profili tecnici è molto scarsa – constata Santambrogio – le graduatorie vanno esaurite in breve tempo e, talvolta, non sono sufficienti a soddisfare le richieste». Il motivo non è difficile da intuire: «Architetti e ingegneri preferiscono lavorare con la partita Iva, corrono maggiori rischi rispetto a chi ha un posto fisso, ma possono contare su retribuzioni più elevate. Nei Comuni, invece, anche gli scatti di carriera non sono sufficientemente appetibili: la questione andrebbe affrontata a livello nazionale. Oltre all’aumento degli stipendi sarebbe opportuno introdurre meccanismi di premialità, che come accade nei settori privati, riconoscano» qualcosa in più ai professionisti più preparati.
Comuni e province si svuotano: la concorrenza interna di ministeri e Agenzie
Le difficoltà dei Comuni e delle Province rischiano di essere acuite dalla concorrenza interna: i dipendenti puntano a spostarsi negli enti che, come i ministeri, l’Agenzia delle entrate e le Dogane, offrono non solo retribuzioni più alte ma anche un sistema di welfare migliore. Le migrazioni, comprese quelle intraprese da chi cerca di avvicinarsi alla città di provenienza, si aggiungono al carosello del personale che caratterizza i comandi delle polizie locali. Il viavai è, inoltre, cresciuto da quando la norma ha modificato i criteri dell’istituto della mobilità tra enti pubblici: chi lavora in un’istituzione con più di cento dipendenti può chiedere il trasferimento senza prima attendere autorizzazioni.
«Oggi paghiamo le conseguenze di anni di assunzioni bloccate – commenta il presidente – se non cambia qualcosa la situazione è destinata a peggiorare: da qualche tempo, infatti, iniziamo a incontrare qualche problema nel reperire ragionieri e figure amministrative. Anche tra questi profili la partecipazione ai concorsi inizia a calare» a differenza di quel che accade per le selezioni delle assistenti sociali.