Come la crisi cambia la vita Spesa al discount, si taglia la salute

È un’Italia sempre in crisi quella fotografata dall’Istat. Una recente indagine ha evidenziato come più di sei famiglie su dieci scelgano il discount per fare la spesa. Ma vengono tagliate anche le spese dedicate alla salute.
Crescono le spese al discount secondo l’Istat
Crescono le spese al discount secondo l’Istat

È un’Italia sempre in crisi quella fotografata dall’Istat. Una recente indagine ha evidenziato come più di sei famiglie su dieci (il 62%) scelgano il discount per fare la spesa. Una quota aumentata di 9 punti percentuali nell’ultimo anno. Lo ha detto il presidente Istat Enrico Giovannini sottolineando come negli ultimi cinque anni, la percentuale sia quasi raddoppiata segno che la crisi sta modificando profondamente i modelli di consumo delle famiglie.

Anche per quel che riguarda la salute. Secondo altre indagini infatti il 71% delle famiglie – sette su dieci – ha quasi eliminato le spese per visite mediche, analisi cliniche ed esami radiologici, mantenendo quelle, incomprimibili, per medicinali. E tagliando anche il dentista per i figli in una famiglia su tre. Diminuite anche le spese per beni durevoli (elettrodomestici e accessori per la casa).

Sarebbero nove milioni gli italiani che rinunciano a curarsi per mancanza di risorse. Lo aveva sottolineato il direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute dell’Università Cattolica di Roma, secondo cui l’Italia non ha messo in campo le iniziative possibili per limitare il problema.

D’altra parte la situazione continua a essere nera anche sul fronte del lavoro. Le notizie di precariato e lavoratori in difficoltà sono all’ordine del giorno, in Brianza. Tra il 1977 e il 2012 il numero medio annuo di occupati è passato da 19 milioni 511 mila a 22 milioni 899 mila. L’incremento occupazionale complessivo ha beneficiato in misura determinante della crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro. Ma il numero di disoccupati è cresciuto da 1 milione 340 mila del 1977 a 2 milioni 744 mila del 2012. L’incremento ha interessato sia la componente maschile (+863 mila) sia quella femminile (+541 mila). Fasi alterne di crescita e di contrazione hanno caratterizzato anche il tasso di disoccupazione. Tra il 1977 e il 1987 il tasso è aumentato di 3,9 punti percentuali (dal 6,4% al 10,3%), mentre nei successivi quattro anni è stato registrato un calo fino all’8,6%. Dal 1991 al 1998 il tasso è tornato a crescere raggiungendo l’11,3% per poi calare nei successivi dieci anni toccando il valore minimo del 6,1% nel 2007. Dal 2008 il tasso è salito fino a portarsi al 10,7% del 2012.