Non è più in carcere, ma dire che è completamente libero non è esattamente vero. Il cesanese Stefano Conti, broker di professione, di fatto non può lasciare Panama nonostante sia stato assolto dal tribunale. In quel Paese è a tutti gli effetti un uomo libero, può muoversi a suo piacimento e fare ciò che vuole, ma la sua odissea non è ancora conclusa. Finché non si concluderà il processo in appello non gli è consentito di tornare a casa.
Per lui, insomma, un trattamento davvero speciale. Purtroppo in negativo. Aveva trascorso 423 giorni in prigione a Panama in condizioni proibitive dopo l’arresto avvenuto il 15 agosto 2022. L’accusa nei suoi confronti era davvero di quelle pesanti e non lasciava presagire nulla di buono sul suo futuro, soprattutto considerando che si trovava in un Paese straniero: tratta di esseri umani a scopo sessuale.
Cesano, il broker reduce da 423 giorni in carcere a Panama
Dopo l’arresto era stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di La Joya, luogo ritirato sulle montagne, privo di acqua e di medicine. Il brianzolo, abituato alla bella vita grazie alla sua professione e a uno stipendio davvero importante grazie alla sua attività di broker, di colpo era passato dalla sua villa a una cella da condividere con altre 25 persone e con la prospettiva di vivere quella routine quotidiana addirittura per 30 anni. Questo calvario si è concluso dopo un totale di 423 giorni, quando è stata letta la sentenza. Assolto, visto che le ragazze che lo avevano accusato accusato hanno ritrattato tutto in aula dicendo di avere ricevuto forti pressioni da parte della polizia.
Del suo caso si era interessato anche Andrea Di Giuseppe, parlamentare di Fratelli d’Italia eletto nella circoscrizione Centro e Nord America, che ha seguito direttamente la sua vicenda e ha più volte denunciato la necessità di celebrare un giusto processo. Per Conti si era attivato anche il governo. Assolto dal tribunale, ansioso di tornare a casa, il cesanese tuttavia è bloccato a Panama. Le autorità gli hanno vietato di lasciare il Paese fino alla fine del processo in appello. Sperando che non venga ribaltata la sentenza del giudizio di primo grado e che possa davvero fare ritorno in Brianza.