Caso Sangalli e appalto igiene urbana: a Monza c’è l’amministratore straordinario

Il prefetto di Monza ha nominato Elisabetta Brugnoni amministratore straordinario con la responsabilità della gestione dell’appalto raccolta, trasporto rifiuti e pulizia strade affidato dal Comune di Monza all’impresa Sangalli. Il provvedimento fa seguito a un intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione dopo l’inchiesta penale sulla Sangalli. L’azienda ha annunciato che farà ricorso
Mezzi della Sangalli all’opera a Monza
Mezzi della Sangalli all’opera a Monza

Le prefetture di Monza e Andria nominano due amministratori straordinari per la «temporanea gestione» degli appalti di igiene urbana assegnati all’impresa Sangalli e l’azienda monzese, «allibita», prende atto e «senza indugio farà ricorso». «L’impresa – si legge in un comunicato – è rimasta allibita dalla decisione dei prefetti presa sulla base di elementi già superati e risolti, probabilmente in mancanza di un puntuale esame delle emergenze documentali caratterizzanti la vicenda». Il riferimento è all’incarico conferito a Elisabetta Brugnoni e Marcello Danisi per la gestione amministrativa dei due appalti finiti nell’indagine anticorruzione della Procura di Monza “Clean City”. che ha riguardato tra gli altri la famiglia Sangalli. Ma l’azienda non ci sta: «Gli organi sociali, peraltro mai toccati dall’indagine penale, sono stati per ben due volte cambiati e oggi il Cda è dotato di tutti i più rigorosi e specchiati requisiti di onorabilità e competenza manageriale nello specifico settore». Non solo, l’azienda ricorda anche che «come riconosciuto dai giudici amministrativi» si è «completamente dissociata dai comportamenti oggetto della risolta indagine».

È stato inoltre messo in campo un modello «allineato alle best practice e alle linee guida di Confindustria». Sono poi già arrivati in Cassazione, a gennaio, i giudizi penali sulle persone fisiche coinvolte nell’indagine e gli stessi – sempre a detta dell’azienda – non c’è pericolo che possano condizionare i due appalti: «esenti da contestazioni e svolti a perfetta regola d’arte». Già definito e in corso di risarcimento anche il danno arrecato. Sangalli con il suo Cda si dice disponibile a collaborare con i due amministratori «per dimostrare l’efficace e onesta conduzione degli appalti» ma al contempo «si riserva la possibilità di valutare eventuali ulteriori iniziative volte a tutelare l’immagine e a salvaguardare la solidità di un’azienda sana che occupa oltre 1.100 dipendenti».

Soddisfazione è stata invece espressa dal Movimento 5 Stelle che ora chiede le dimissioni del sindaco Roberto Scanagatti, il quale: «aveva provveduto a convalidare il contratto viziato da corruzione tramite una discussa transazione, prevedendo addirittura la proroga di un ulteriore anno».

Il decreto che nomina l’amministratore straordinario cui viene affidata la gestione dell’appalto con il Comune di Monza è pubblicato sul sito della Prefettura di Monza. Il documento fa riferimento al patteggiamento del gennaio scorso dei componenti della famiglia Sangalli implicati nell’inchiesta, ricordando quanto evidenziato dall’Anac, l’Autorità anticorruzione: «sebbene la sentenza di patteggiamento non abbia le caratteristiche proprie di una sentenza di condanna» emergono «dagli atti univoci elementi di colpevolezza a carico di ciascun imputato». «Dalla lettura della sentenza -spiega il decreto del prefetto riprendendo le parole del presidente Anac- emerge, quindi, inequivocabilmente come l’attività corruttiva posta in essere dall’impresa Sangalli abbia avuto un radicamento stabile e diffuso nell’organizzazione aziendale e sia stata elevata a sistema».