Quando il cin cin non è «alla salute» ma «alla faccia». Degli arcoresi. Luca Doneda, l’uomo che avrebbe voluto realizzare il bitumificio a Bernate, e l’avvocato Umberto Grella brindano ai 600mila euro che il Comune ha dovuto pagare per aver negato i permessi. Si consoleranno così, i Doneda, per l’affare sfumato e per il tracollo dell’impresa finita in concordato preventivo.
Un mese fa il Movimento 5 stelle ha presentato un esposto alla Corte dei conti per verificare se ci siano responsabilità dirette degli amministratori – sindaco, giunta, assessori – nella condanna del Comune al risarcimento.
La sentenza del Consiglio di Stato, all’ultimo grado di giudizio, era arrivata il mese precedente e ha messo fine a una delle più tormentate e appassionate vicende amministrative della città. Con il pronunciamento definitivo è stata scongiurata l’ipotesi di insediamento di un bitumificio a Bernate, ma sono stati riconosciuti danni economici alla Doneda, alla quale la giunta Rocchini aveva garantito aperture che poi la giunta Colombo si è rimangiata.
Ai primi di marzo in realtà il sindaco Rosalba Colombo aveva risposto con soddisfazione alla sentenza: «È così che ci si prende cura del proprio territorio concretamente e con coraggio. La responsabilità, se non materiale, almeno morale, di questo spreco sta tutta in capo all’amministrazione del centrodestra guidata dall’ex sindaco Marco Rocchini e alla sua decisione superficiale, unilaterale e mai verificata con i cittadini».