Cartoline d’estate di Monza: come eravamo nel 1973

Seconda puntata di un viaggio attraverso le estati del passato. Diversi? Uguali? Ecco cosa raccontavano le cronache del Cittadino 50 anni fa.
Estate 1973 a Monza
Estate 1973 a Monza

È un’estate terribile quella del 1973, funestata da tragedie, omicidi e pestaggi politici in una Monza che, quasi ogni settimana, è costretta a fare i conti con gli scontri tra gli estremisti di destra e di sinistra. La scia di lutti è aperta il 20 maggio dal tremendo incidente in autodromo in cui, durante il Gran Premio delle nazioni di motociclismo, muoiono Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. La commozione è ancora viva quando l’8 luglio, sullo stesso curvone, perdono la vita altri tre centauri: Chionio, Colombini e Galtrucco. «Basta coi morti in autodromo!» invoca il Cittadino.

Monza, come eravamo nel 1973: tragedie in autodromo

Estate 1973 a Monza
Estate 1973 a Monza

Il nostro giornale non è il solo a chiedere il blocco delle competizioni su una pista considerata troppo veloce: la Federazione motociclista italiana vieta le gare a Monza e il presidente del Consiglio Mariano Rumor chiede un «rapporto molto dettagliato». Le sciagure si intersecano con il dibattito sulla necessità di modificare la pista con due varianti che la rendano più sicura che da mesi impegna il consiglio comunale. La discussione è parte del confronto sull’opportunità che Monza si riappropri del Parco: le concessioni, constatano gli amministratori locali, occupano il 55% del polmone verde ovvero oltre 4 dei suoi 7.500.000 metri quadri. Sotto accusa finiscono, oltre all’autodromo, l’allevamento cani del Dosso, l’ippodromo, il polo, il golf, il tennis, la Scuola Agraria e il convitto femminile al Mirabello.

Monza, come eravamo nel 1973: il Comune “sfratta” il circuito

Tutti, a cinquant’anni di distanza, sembrano ignorarlo ma a fine luglio l’assemblea cittadina vota la dismissione del circuito o, meglio, la disdetta dell’affitto a Sias nel 1978, alla scadenza del contratto. Dalle cronache sembra che in aula l’impianto sia difeso solo dall’assessore Viganò: la delibera, presentata dalla giunta guidata da Pier Franco Bertazzini, è approvata da Dc, Psdi e Msi mentre le altre forze politiche votano contro non perché non la condividano, ma perché temono che possa venire revocata dai vincitori delle amministrative in programma nel ’75. La maggioranza dà, intanto, via libera a una sola delle due varianti: «I piloti valgono meno delle piante» commenta amareggiato il cronista del Cittadino.

Monza, come eravamo nel 1973: omicidi e non solo

I lutti in autodromo non sono gli unici eventi tragici di quell’estate: a fine maggio un operaio di 50 anni uccide a martellate la moglie e la sua bambina di 4 anni, tenta di suicidarsi e dopo 24 ore chiama le forze dell’ordine, pochi giorni dopo un operaio sedicenne muore folgorato, a giugno un giovane in libertà provvisoria viene ucciso in via Borsa, a fine luglio uno studente è ferito a colpi di pistola dai ladri sorpresi sul balcone di casa, un commerciante è accusato di aver incendiato la sua salumeria per riscuotere l’assicurazione, una giovane confida ai carabinieri che il marito la costringe a prostituirsi mentre una donna accoltella il marito per «futili motivi». E nessuno si sognava di mettere in dubbio la sicurezza della città.

Estate 1973 a Monza
Estate 1973 a Monza

C’è poi il capitolo dei pestaggi, delle sassaiole e delle sparatorie tra i giovani estremisti di destra e di sinistra: i monzesi sono esasperati tanto che il 12 luglio il Cittadino, di fronte a una pena di tre mesi e 15 giorni con la condizionale inflitta a un giovane missino, titola «Finalmente una salutare condanna ai cultori dell’odio e della violenza».

Monza, come eravamo nel 1973: ah, i parcheggi a pagamento

I più anziani forse ricorderanno la zona verde: è l’antenata di quella nuova gialla che ha debuttato l’1 agosto. Il 14 maggio di cinquant’anni fa è scattato il divieto di parcheggiare in centro per i non residenti: pensionato il disco orario, introdotto nell’agosto 1963, il provvedimento ha riservato la possibilità di sostare a chi abitava all’interno della circonvallazione oltre che a medici e ostetriche, dotati di pass, in visita ai pazienti.

Tutti gli altri potevano ricorrere ai posteggi allestiti in piazza Castello, in via Guarenti e ai Boschetti mentre bici e moto avevano a disposizione piazzetta Upim e via Camperio. La novità è stata preceduta da parecchi mugugni, soprattutto dei direttori di banca, e nei primi due giorni i vigili hanno multato 1.323 automobilisti che avevano sperato in una maggiore «tolleranza» ma già a fine maggio, testimoniano i cronisti, i «disagi» si sono attenuati. A luglio, però, i sonni dei monzesi sono stati turbati da un piano «strabiliante» dell’Amsa, la partecipata che gestiva il trasporto pubblico, che ipotizzava l’installazione di 300 parchimetri in centro per rendere a pagamento 420 stalli.

Estate 1973 a Monza
Estate 1973 a Monza

Monza, come eravamo nel 1973: la prima piscina pubblica (e il colera)

In quello stesso mese sono state inaugurate in via Pitagora le prime piscine pubbliche della città, annunciate già nel 1934. Agli sgoccioli dell’estate l’epidemia di colera scoppiata a Napoli ha allarmato tutta Italia: il sindaco Pier Franco Bertazzini ha chiuso a scopo precauzionale le piscine, vietato la vendita di cozze e molluschi, di gelato ai banchetti ambulanti, di dolci freschi preparati con panna non pastorizzata, di angurie e meloni a fette. In caso di emergenza i sanitari erano pronti a vaccinare l’intera popolazione in quattro giorni. Nelle stesse settimane il Monza preparava il riscatto dopo la retrocessione in C definita «ingloriosa» dal Cittadino.