Carnate: sei rinvii a giudizio per il disastro ferroviario in stazione

Il magistrato Colella ha deciso di rinviare a giudizio sei dipendenti di Trenord per il treno deragliato a Carnate.
Il treno ribaltato a Carnate
Il treno ribaltato a Carnate

Per il giudice del Tribunale di Monza Angela Colella, non ci sono dubbi. E così al termine dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio, per il deragliamento del treno che rimessosi in corsa incontrollato dalla stazione di Paderno-Robbiate, finì poi con lo schiantarsi su un binario tronco alla stazione di Carnate, e tutto questo mentre gli addetti erano al bar a bere un caffè.
Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati sei dipendenti: il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentato depistaggio e frode in processo penale. Era il 18 agosto 2020.

Carnate: sei rinvii a giudizio e la decisione del tribunale

Il giudice Angela Colella ha evidentemente ritenute valide le tesi degli inquirenti secondo i quali il disastro fu causato anche dalla condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l’impianto frenante, senza riscontrare il malfunzionamento”. E ancora, sarebbe anche emerso “come alcune figure dirigenziali di Trenord srl, intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario, abbiano fatto rimuovere dal relitto della vettura semipilota – e poi occultato – il rubinetto del freno ed il rubinetto di intercettazione”.
Appresa la notizia del rinvio a giudizio dei suoi dipendenti Trenord ha subito diffuso una nota con la quale prende le difese dei sei imputati: “Trenord prende atto del rinvio a giudizio e l’azienda continuerà a sostenere i propri dipendenti coinvolti nelle indagini con adeguate tutele, ma con piena fiducia nell’attività della Magistratura, convinta che sarà fatta chiarezza sugli effettivi comportamenti delle persone coinvolte”. E conclude sottolineando che “a fronte di una puntuale attivazione dei meccanismi di verifica e di intervento previsti, non risulta possibile muovere un rimprovero di carente organizzazione in capo ai dirigenti o, comunque, ai preposti indagati”.