Carcere di Monza, quinta aggressione in due settimane: ferito un agente

Sabato 10 aprile, in mattinata, nella casa circondariale di Monza si è consumata la quinta aggressione ai danni di un agente della Polizia penitenziaria in sole due settimane.
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO Radaelli Fabrizio

Continua l’escalation di aggressioni all’interno della casa circondariale di Monza. Sabato 10 aprile, in mattinata, si è consumata la quinta aggressione ai danni di un agente della Polizia penitenziaria in sole due settimane.

La reazione violenta del detenuto è scattata dopo che gli agenti, durante un’operazione di controllo delle inferriate delle camere detentive, hanno cercato di entrare nella cella di un uomo, già segnalato per precedenti aggressioni al personale delle forze dell’ordine.

«Ci ha negato l’ingresso – raccontano gli agenti coinvolti nell’aggressione – dicendoci che non voleva essere disturbato. A quel punto è intervenuto un ispettore coordinatore del reparto che è stato immediatamente assalito dal detenuto con un pugno in pieno volto e altri colpi».

In aiuto dall’agente sono subito intervenuti altri colleghi che lo hanno portato in salvo fuori dalla cella, e allo stesso tempo hanno bloccato il detenuto. L’agente ferito è stato poi portato all’ospedale San Gerardo per essere medicato, e poi dimesso con una diagnosi di trauma cranico e cinque giorni di prognosi.

Ancora una volta è l’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria a comunicare l’ennesima aggressione. «Questi episodi violenti hanno raggiunto una soglia allarmante: cinque in solo quindici giorni nel penitenziario di Monza. La situazione è ormai fuori controllo», ribadisce Giuseppe Bolena, segretario regionale dell’Osapp.

«Attendiamo fiduciosi atti concreti da parte del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, e dal ministro Marta Cartabia», continua Bolena. La richiesta del personale delle forze dell’ordine che operano all’interno delle carceri è di poter adottare «regimi molto più severi e meno garantisti nei confronti dei detenuti che si mostrano violenti e aggressivi verso gli operatori. Auspichiamo che si creino istituti con regimi particolari proprio per questa categoria di detenuti».

«L’attuale sistema – conclude Bolena – non sembra in grado di gestire queste situazioni e inoltre l’ordinamento penitenziario è troppo blando per questo genere di condotte violente che sono sempre più frequenti».